Alessandro Impagnatiello ha confessato di aver ucciso Giulia Tramontano. Questa ammissione è arrivata dopo alcuni giorni, quando il barman di Milano era ormai alle strette. “L’ho uccisa io”, ha detto agli inquirenti. La sua versione dei fatti non cambia: “L’ho accoltellata al collo per non farla soffrire”. Non ha avuto complice, a suo dire, e ha portato il corpo dietro l’intercapedine di un garage poco distante dalla loro casa di Senago.

Il legale di Impagnatiello, Sebastiano Sartori, non teme che il ragazzo possa compiere gesti estremi all’interno del carcere, ma ha dichiarato che il ragazzo avrebbe detto: “Togliersi eventualmente la vita è l’unica forma di pentimento che lui ritiene corretta in questo momento, l’unica che abbia un senso. L’ha ripetuto l’altra notte più volte e lo ha ribadito”.

I pubblici ministeri Alessia Menegazzo e Letizia Mannella non hanno dubbi che Alessandro aveva già deciso di uccidere Giulia prima che questa tornasse a casa come dimostrerebbero, fra i vari elementi raccolti dagli investigatori, le stringhe di ricerca sul web alle 19 di sera di sabato 27 maggio con le parole-chiavi “ceramica bruciata vasca”.

Impagnatiello ha raccontato che durante la lite con la giovane rientrata a casa, dopo aver scoperto del tradimento con un’altra donna rimasta anche lei incinta prima di interrompere la gravidanza, “si era inferta già qualche colpo all’altezza del collo e io arrivato vicino a lei, per non farla soffrire le ho inferto tre o quattro colpi all’altezza del collo. Il coltello è caduto a terra – ha dichiarato durante la sua confessione – davanti al divano, lei era stremata a terra e io le dicevo che era finita e che doveva riposarsi”.

L’avvocato di Impagnatiello non ha chiesto il trasferimento del 30enne in una struttura sanitaria e non ha ancora deciso se chiederà una consulenza psichiatrica. L’avvocato deve approfondire alcuni aspetti della situazione. Impagnatiello rimarrà in carcere.

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