Il mistero dell’Ufo a Vergiate e del Lago Maggiore

Il 13 giugno 1933, nei pressi del Lago Maggiore, un velivolo non identificato si schiantò. A Vergiate, vicino all’aeroporto di Malpensa, vennero trovati i rottami dell’aeromobile e i corpi dei due piloti. Si tratta del primo caso ufologico in Italia, ma se ne sa poco perché il regime fascista secretò immediatamente la vicenda.

I resti dell’Ufo, descritto come un velivolo cilindrico con oblò sulla fiancata e luci bianche e rosse, furono portati nei capannoni della Siai-Marchetti a Vergiate, dove rimasero per 12 anni. I corpi dei piloti furono conservati in formalina e a lungo studiati. Si sa che erano alti 1,80, avevano capelli e occhi chiari.

Mussolini pensò che fossero piloti tedeschi, nonostante il parere contrario di Guglielmo Marconi, membro del Gabinetto RS/33, l’ufficio che si occupava della vicenda. Dopo la guerra, gli Alleati presero in custodia le casse contenenti i resti dell’Ufo e dei piloti. Negli anni ’50, il personale della US Air Force occupò gli stabilimenti per la manutenzione degli aerei militari e i resti furono inviati negli Stati Uniti.

Chi sapeva e poteva parlare non c’è più, in quanto le tre persone che erano a conoscenza del trasporto delle casse negli USA sono morte: due in incidenti di mare, una suicida. Resta ancora molto da spiegare sul primo avvistamento di Ufo in Italia, ma gli esperti concordano sul fatto che la zona tra il Lago Maggiore e il Ticino è tra quelle che registrano il maggior numero di segnalazioni di oggetti non identificati.

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