Il pizzo di Stato: le multe stradali come tassazione camuffata

Le multe stradali sono diventate un vero e proprio business per i Comuni italiani. Secondo il Codacons, solo nelle prime 20 città si raggiunge una cifra di 547 milioni di euro, con una crescita del 37,4% rispetto al 2021. Una cifra mostruosa che ha fatto parlare di “tassazione camuffata” e di “pizzo di Stato”.

Ma qual è il motivo di tanta indignazione? La filosofia su cui si basano le multe stradali è la stessa su cui si basa la lotta all’evasione fiscale. In Italia si finanziano dei provvedimenti facendo conto di quello che si dovrebbe recuperare dalla lotta all’evasione, motivo per cui l’Agenzia delle Entrate deve trovare il modo di assicurare allo Stato quelle risorse al costo di mettere in piedi un regime asfissiante per le imprese, i commercianti e tutta la platea dei contribuenti.

Il Codacons ha scoperto che le multe stradali sono una fonte di entrate indispensabile per i bilanci dei nostri Comuni che le trasformano in una “tassazione camuffata”. Un mezzo “pizzo” che colpisce soprattutto le classi meno abbienti, poiché se i ricchi hanno l’autista e gli agiati prendono il taxi, alla fine l’obolo ai Comuni finiscono per pagarlo soprattutto i pendolari.

Purtroppo si tratta di uno stile di governo che sembra non voler cambiare. Infatti, nei primi cinque posti della “hit parade” delle contravvenzioni ci sono tutte amministrazioni di sinistra. Non è una polemica ma una constatazione. Nell’ordine: Milano, Roma, Firenze, Bologna e Torino. E che la cosa puzzi lo dimostra il fatto che le multe sono importanti per alimentare le casse dei nostri Comuni.

Il punto dolente è che alla fine questa “tassazione camuffata” colpisce soprattutto le classi meno abbienti. Se si aggiungono anche queste gabelle ad una tassazione che già di per sé è alta, si capisce perché per molti italiani lo Stato assume le sembianze di un patrigno. E’ necessario trovare una soluzione per evitare che la lotta all’evasione fiscale e le multe stradali diventino un mezzo per arricchire i Comuni a spese dei cittadini.

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