Falsi allarmi: il caso di Capiago Intimiano

Nelle scorse settimane un anonimo messaggio su WhatsApp ha fatto il giro di Capiago Intimiano, intorpidendo centinaia di genitori del paese. Il messaggio denunciava il tentativo di rapimento di una bambina a Capiago Intimiano e invitava i genitori a tenere sempre d’occhio i loro figli. Tuttavia, non c’era nulla di fondato.

Il messaggio ha iniziato a circolare ad inizio maggio su WhatsApp e compariva sulle chat private e, soprattutto, nelle chat di gruppo. Si faceva riferimento ad un episodio verificatosi a Correzzana, in provincia di Monza, con uno screenshot di un testo. Subito dopo la foto, il testo faceva preciso riferimento al tentato rapimento di Capiago Intimiano.

Il sindaco di Capiago Intimiano, Emanuele Cappelletti, ha smentito il messaggio anonimo e ha preso personali ed immediati contatti con i vertici dei Carabinieri di Albate e di Cantù, col Corpo di Polizia Intercomunale e con la Questura, reparto mobile. Nessuno ne sapeva nulla e quindi è stata confermata l’inveridicità della notizia, totalmente inventata.

Il sindaco ha informato la popolazione che depositerà esposto/querela contro ignoti per “Procurato allarme” ai sensi e per gli effetti dell’articolo 658 Codice Penale. Basterà da parte degli addetti delle Forze dell’ordine risalire da una delle tante catene, per scoprire da dove è partito un allarme di simile gravità teso a minare la serenità di un’intera Comunità.

In conclusione, è importante non diffondere notizie senza verificarne la veridicità, in modo da evitare falsi allarmi che possono creare panico e allarmismo nella popolazione.

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