La Guardia di Finanza di Olgiate Comasco ha denunciato una donna di Rovellasca, in provincia di Como, per i reati di contraffazione, ricettazione e indebita percezione del reddito di cittadinanza. Questi reati sono stati scoperti grazie all’attività di monitoraggio e repressione dei reati contro la fede pubblica, anche attraverso l’utilizzo dei social network. In particolare, è stata scoperta l’esistenza di una boutique di false griffe, appartenenti a note case di moda, allestita all’interno di un appartamento di Rovellasca e pubblicizzata su apposite pagine online. Queste pagine fungevano da vere e proprie vetrine digitali, dove poter scegliere il prodotto, la taglia e ricevere informazioni per i pagamenti nonché ottenere, direttamente, la spedizione del capo d’abbigliamento contraffatto a domicilio.
La Procura della Repubblica di Como è stata informata della situazione e ha disposto la perquisizione dell’abitazione, che è stata identificata come luogo d’esercizio dell’attività illecita. Durante la perquisizione, sono stati sequestrati oltre 500 capi d’abbigliamento e accessori contraffatti, pronti per essere venduti, oltre a copiosa documentazione manoscritta concernente l’attività illecita svolta nel tempo. L’analisi degli elementi probatori raccolti e la minuziosa ricostruzione delle attività di compravendita effettuate hanno permesso di acclarare come l’attività venisse esercitata già da alcuni mesi, sebbene la donna avesse richiesto ed ottenuto l’erogazione di strumenti di sussidio quali il reddito di cittadinanza.
Le indagini condotte hanno dimostrato che, nel corso dell’ultimo periodo, erano stati incassati, dalla vendita dei prodotti contraffatti, proventi per oltre 14 mila euro senza che gli stessi venissero segnalati all’INPS per la decadenza dal beneficio. L’attività di indagine si è conclusa con la segnalazione alla Procura della Repubblica di Como della donna per i reati summenzionati e con la sottoposizione, ad ordinaria tassazione IRPEF ed IVA, dei proventi illeciti incassati. Resta fermo che la presunzione d’innocenza dell’indagato per i fatti penalmente rilevanti.