I carabinieri del Comando Stazione di Meda hanno arrestato un uomo di 48 anni di origini siciliane, ma da tempo residente in Brianza, in esecuzione di una condanna a due anni di reclusione emessa dal Tribunale di Monza per il reato di maltrattamenti aggravati commessi contro la ex convivente e dei figli, tutti minori all’epoca dei fatti.

La serie di episodi violenti iniziò nel 2013, quando l’uomo cominciò ad assumere sostanze stupefacenti. Prima di allora, la vita familiare era descritta come perfetta: un buon padre sempre presente con una piccola ma fiorente impresa che mandava avanti insieme alla moglie, con la quale aveva già avuto due figlie nate nel 2002 e nel 2006.

Ma attorno al 2013, l’uomo cominciò a frequentare brutti giri che lo avevano introdotto nell’inferno della cocaina. Il culmine si verificò nel mese di aprile 2018 quando, dopo l’ennesimo episodio di violenza fatto di strattoni e calci, la donna decise di andare via di casa e chiedere aiuto ai carabinieri.

Il giorno dopo la denuncia, l’uomo accompagnato da un amico si mise però a caccia della ex compagna. Trovato il suocero fermo in macchina lungo la strada, in preda a uno scatto d’ira, l’uomo lo aggredì con calci e pugni per poi tamponarlo due volte di proposito con la propria auto e minacciarlo dicendogli “e non è finita qui” e poi ancora, rivolgendosi all’amico, “finiscilo tu”.

Dopo quell’evento dal quale era scaturito il divieto di avvicinamento, l’uomo si rese comunque protagonista anche di altri eventi violenti tra i quali quello in cui, completamente ubriaco, dopo aver danneggiato delle macchine in strada, tentò di aggredire i carabinieri che erano intervenuti e che, in quell’occasione, lo avevano arrestato.

Emessa la condanna, nei giorni scorsi i militari dell’Arma lo hanno arrestato nella sua abitazione di Meda e lo hanno accompagnato al carcere di Monza dove sconterà la condanna. La vicenda è un ulteriore esempio di come l’abuso di sostanze stupefacenti possa portare a comportamenti violenti e distruttivi, che hanno conseguenze drammatiche per le vittime e per la società nel suo insieme.

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