Walimohammad Atai, un giovane uomo afgano di 27 anni, ha trovato rifugio in Italia dopo essere stato accusato dai talebani di essere una spia degli infedeli. Atai ha aperto una scuola laica nel suo villaggio nel sud del Paese, ma è stato costretto a fuggire dopo un attentato che era stato architettato per farlo fuori. Dopo aver attraversato Turchia e Siria, Atai ha ottenuto asilo politico in Italia, dove ha iniziato a lavorare per la difesa dei diritti delle donne afgane.
Atai è mosso dal desiderio di seguire le orme del padre, medico e oppositore politico ucciso dai talebani. Oggi lavora come educatore professionale socio-o-pedagogico ed è coordinatore di un centro d’accoglienza nella provincia pavese. È anche interprete e traduttore giurato per tribunali, commissioni territoriali, carceri, questure e ministeri.
Atai è stato deradicalizzato grazie all’aiuto di altri, e ora si occupa di diritti umani e sprona i giovani afghani a studiare. Atai sostiene che le armi sono considerate un biglietto in prima classe verso il Paradiso in Afghanistan, dove la violenza è insegnata come unico modo di vita.
Atai è fondatore dell’associazione FAWN (Free Afghan Women Now), che difende i diritti delle donne afgane. Racconta che le donne sono prese di mira e lapidate, e che i bambini sono istruiti a lanciare sassi in modo graduale per prolungare la tortura.
Atai sostiene che l’istruzione è la luce che può contrastare il lavaggio del cervello dei talebani. Servono scuole, non moschee né fabbriche di armi. L’istruzione è l’unica via. È la luce, il prezzo della libertà.
Atai ha scritto due libri: “Il martire mancato. Come sono uscito dall’inferno del fanatismo” e “Rifiutare il paradiso per non uccidere”. Atai è un eroe dei nostri tempi, che ha trovato la via della vita attraverso l’istruzione e la difesa dei diritti umani.