La spettacolarizzazione della morte di Giulia Tramontano, vittima di un omicidio a Senago, ha scatenato polemiche sul web. Infatti, un profilo su TikTok ha riprodotto l’immagine della ragazza sotto forma di avatar, raccontando la propria morte con dettagli horror che hanno raggiunto oltre un milione e mezzo di visualizzazioni. Ma non è finita qui, perché altri contenuti fiction hanno romanzato il reale, come un breve video in cui Alessandro chiede perdono a Giulia per la sua infedeltà.

Tuttavia, la realtà è ancora più orribile, con un “manipolatore narcisista” come Alessandro Impagnatiello, che ha ucciso la sua compagna incinta e cercato di disfarsi del corpo e delle prove. Le telecamere lo hanno ripreso mentre pulisce le tracce di sangue sulla rampa di scale che porta al box della palazzina di Senago. Inoltre, sono state trovate diverse tracce di sangue nella sua casa e in auto, mentre gli inquirenti non hanno ancora escluso la pista di eventuali complici e stanno passando ai raggi X i movimenti degli amici e della madre dell’assassino.

La ricostruzione dei fatti smentisce l’ennesima versione di Impagnatiello davanti al gip, secondo cui la compagna si era ferita accidentalmente e lui l’aveva poi accoltellata al collo. In realtà, si tratta di un agguato alla compagna, un’aggressione a freddo. L’autopsia chiarirà l’esatta dinamica dell’omicidio, compreso il numero dei fendenti e la distruzione del cadavere.

In questo contesto, la spettacolarizzazione della morte di Giulia Tramontano tramite avatar e contenuti fiction appare di pessimo gusto, poiché non solo manca di rispetto alla vittima e alla sua famiglia, ma anche perché riduce la gravità dell’evento a uno spettacolo mediatico. Invece, dovremmo concentrarci sulla realtà dei fatti e sulla giustizia per Giulia e la sua famiglia.

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