L’ex senatore di Forza Italia Enrico Piccinelli è stato assolto in Appello dall’accusa di corruzione. La sentenza è stata emessa questa mattina dai giudici bresciani che hanno stabilito che l’imputato è non colpevole in quanto «il fatto non sussiste».

In primo grado, l’ex assessore provinciale all’Urbanistica e ingegnere di 58 anni era stato condannato a 5 anni di carcere, con l’accusa di aver intascato nel 2014 una tangente da 275 mila euro, ricevuta “a pezzi” in diverse occasioni. Ciò, secondo i magistrati, per far approvare in via Tasso il Piano di governo del territorio di Foppolo.

Nel verdetto del 21 luglio dell’anno scorso, gli ermellini avevano anche disposto la confisca della stessa somma dalle disponibilità dell’ex politico, oltre che l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. I pm avevano insistito molto al processo di primo grado sulla testimonianza dei fratelli Fulvio e Maria Cristina Boccolini, titolari di uno studio di consulenza fiscale, che per le toghe avrebbero fatto da intermediari per la consegna dei soldi da parte degli imprenditori. Una tesi rigettata dalla difesa, che sosteneva come, essendo l’ex sindaco di Foppolo Giovanni Berera entrato in contatto soltanto con i Boccolini, tale ricostruzione non fosse credibile.

Il piano passò da punto di vista formale, ma vennero bocciati alcuni imponenti interventi edilizi, che il Comune sperava invece di far approvare. Nella scorsa udienza del 15 maggio, la Procura generale aveva chiesto la conferma della condanna, mentre i suoi legali Mauro Angarano e Gianluca Quadri avevano chiesto l’assoluzione piena. Piccinelli, in aula, alla lettura della sentenza si è commosso.

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