Un recente studio condotto dal dottor Paolo Ghiringhelli, direttore di Struttura Complessa e Primario dell’Unità Operativa Complessa di Medicina 2 dell’Ospedale di Busto Arsizio, ha attirato l’attenzione della prestigiosa piattaforma medico-scientifica Hospital and Clinical Management. Lo studio ha approfondito l’Immunodeficienza Comune Variabile, una patologia rara che si caratterizza per una insufficienza di gammaglobuline nel sangue, portando ad una situazione di ipogammaglobulinemia e aumentando il rischio di infezioni.
Lo studio ha presentato un caso clinico estremamente complesso: una donna di 47 anni, precedentemente diagnosticata con Ipogammaglobulinemia Comune Variabile, ricoverata per dispnea in costante peggioramento e associata a tosse produttiva. La paziente è stata sottoposta ad approfonditi accertamenti dal dottor Ghiringhelli e la sua equipe, riscontrando una bronchiolite bilaterale e un’infezione del tratto respiratorio inferiore, confermando la presenza di una insufficienza respiratoria parziale.
L’esperienza e le competenze dell’equipe del dottor Ghiringhelli hanno consentito di studiare un percorso di cura ad hoc riportato nello studio pubblicato sulla rivista scientifica. La paziente è stata trattata con un mix di antibiotico e acido clavulanico, una combinazione utilizzata per combattere le infezioni batteriche, oltre ad ossigenoterapia, e la situazione si è stabilizzata con la prescrizione di una ossigenoterapia a lungo termine.
Il caso clinico sottolinea l’importanza di correggere l’ipossiemia cronica con una adeguata ossigenoterapia di lunga durata, soprattutto in quei pazienti affetti da ipossiemia cronica con ipertensione polmonare come nel caso della paziente descritta con Immunodeficienza Comune Variabile. Il dottor Ghiringhelli afferma che il loro studio è stato citato per un riconoscimento all’interno della comunità scientifica perché la loro equipe è stata in grado di comprendere ciò che agli ultra Specialisti era sfuggito: la paziente era in insufficienza respiratoria subclinica, soprattutto di notte e sotto sforzo, e questo comprometteva l’equilibrio fisico della stessa.
Il riconoscimento dimostra come, per raggiungere i migliori risultati clinici, sia necessaria la compartecipazione di tutte le figure professionali presenti in un ospedale. Il dottor Ghiringhelli e la sua equipe sono orgogliosi di aver portato alla luce un caso clinico così complesso e di aver trovato una soluzione efficace per la paziente.