La vicenda di cronaca nera che si è verificata nella città di Varese ha visto come protagonisti una coppia di origini onduregne ed elvadoriane. La sera della vigilia di Natale, l’uomo è stato colpito da tre fendenti al petto penetranti inferti con un coltello da cucina dalla sua ex compagna. Nonostante la gravità della situazione, la donna non ha chiamato immediatamente i soccorsi, ma solo dopo che l’uomo stesso aveva avvisato per telefono. Il ferito è stato portato in rianimazione e la prognosi è stata di 45 giorni.

Il giudice per le indagini preliminari di Varese ha accettato la pena su definizione delle parti, ovvero un patteggiamento “allargato” a 3 anni e 8 mesi proposto dal difensore della donna. Tuttavia, l’avvocato Maurizio Domanico, difensore di parte civile, ritiene che questa pena non sia congrua alla gravità del fatto e non costituisca un valido deterrente per reati analoghi.

La vicenda si intreccia con un altro fatto di cronaca nera avvenuto il 19 marzo, dove gli stessi soggetti del primo fatto di sangue sono stati coinvolti, ma a parti inverse: l’uomo, ferito il 24 dicembre, è stato arrestato per violenza sessuale nei confronti della donna per ben 5 ore. Questo ha fatto partire un processo con rito immediato dove l’imputato è proprio il soggetto accoltellato al petto.

Questa vicenda, oltre a rappresentare un grave reato, evidenzia anche un problema più ampio di violenza domestica e di genere. È importante che la giustizia venga fatta e che le pene siano adeguate alla gravità dei fatti, per evitare che simili situazioni si ripetano in futuro. Inoltre, è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi e promuovere una cultura del rispetto reciproco e della non violenza.

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