Due donne di Cesano Maderno, Maria Lucia e Graziella Alessandra Calò, sono state condannate a due anni ciascuna per circonvenzione di incapace. Le due donne hanno abusato della debolezza di un vedovo valtellinese affetto da sindrome depressiva per procurarsi profitto. La vicenda è iniziata quando Maria Lucia ha pubblicato un annuncio su un settimanale locale riguardante l’agenzia matrimoniale “In due” di Seveso. Il vedovo ha risposto all’annuncio e ha incontrato Maria Lucia per siglare un accordo. Il contratto prevedeva un pagamento di 500 euro alla donna e la conoscenza di “Silvana”, in realtà Graziella Alessandra Calò. Tra i due è iniziata una relazione principalmente telefonica e la donna ha cominciato a chiedere soldi per i più svariati motivi, facendo leva sulle fragilità del vedovo. Alla fine, la donna è riuscita a ottenere 110.900 euro in contanti e a quel punto è sparita nel nulla. I figli del vedovo si sono accorti dei soldi sottratti al genitore e si sono rivolti al loro avvocato di fiducia, Francesco Romualdi di Sondrio. Dopo diversi tentativi di mettersi in contatto con la promessa sposa, il vedovo ha deciso di denunciare la vicenda ai carabinieri. Dopo diverse udienze, le due donne sono state condannate a due anni di reclusione a testa, pena sospesa, ma solo a condizione che paghino in solido 75mila euro alla vittima entro 9 mesi dal passaggio in giudicato della sentenza.

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