Il caso Boiocchi torna alla ribalta delle cronache italiane, con Il Fatto Quotidiano che ha condotto un’inchiesta sul tifo organizzato dell’Inter e del Milan e sulla gestione di San Siro. L’inchiesta fa riferimento al fermo antimafia di Milano, che ha portato all’arresto di Nazzareno Calajò e altri sette individui, riguardante la spartizione degli affari in curva. Questo è stato collegato alle presunte dinamiche dietro il ferimento di Enzo Anghinelli e all’omicidio di Vittorio Boiocchi, ex capo storico dei Boys.
In un colloquio tra il figlio e il nipote di Nazza, Andrea e Luca Calajò, emerge una conversazione sulla presa del potere della curva sud del Milan, attraverso un legame con Giancarlo Lombardi, detto Sandokan. Questo ha guidato l’ingresso in curva Sud dei Guerrieri ultras e ha portato allo scioglimento della Fossa dei Leoni nel 2005. Luca avverte che Boiocchi deve essere ucciso, poiché è pazzo e può uccidere.
L’inchiesta ha rivelato una rete di relazioni tra Calajò e Boiocchi, che gestivano gli affari delle magliette ultras in curva Nord e controllavano parte dei biglietti della Champions. Tuttavia, i Calajò non sono indagati nel fascicolo sull’omicidio Boiocchi né nel tentato omicidio di Anghinelli. La vicenda solleva interrogativi sulla gestione del tifo organizzato e sulle relazioni tra i gruppi ultras e la criminalità organizzata.