La recente strage nella scuola ugandese, in cui 42 persone sono state uccise dai jihadisti dell’Allied Democratic Forces (Adf), ha riaperto ferite di fresca data in Italia. Infatti, il gruppo che ha compiuto l’eccidio è lo stesso che nel febbraio del 2021 ha assassinato l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo. Gli investigatori hanno già prove sufficienti per collegare l’Adf alla recente strage.

L’assalto alla scuola è avvenuto intorno alle 23:30, quando i jihadisti hanno fatto irruzione nell’abitazione del preside e successivamente nella scuola. Dopo aver disattivato la corrente elettrica, hanno sorpreso gli studenti e il personale nel sonno. Il commando, composto da cinque uomini, ha iniziato a sparare all’impazzata, utilizzando anche bombe a mano che venivano lanciate direttamente nei dormitori. L’assalto è durato poco più di mezz’ora, e al termine del massacro i miliziani dell’Adf hanno appiccato fuoco ai materassi per poi sequestrare una decina di studentesse.

Il governo ugandese ha dispiegato uomini e mezzi per scovare i terroristi e liberare gli ostaggi. Tuttavia, il capo di stato maggiore dell’esercito ha criticato la direzione della scuola, accusandola di non aver ascoltato gli avvertimenti dell’intelligence. Le milizie Adf sono note per i loro atti di violenza e terrorismo, avendo massacrato migliaia di civili nella parte orientale del Congo dalla metà degli anni Novanta. Nel 2016 la sigla congolese è entrata a far parte della costellazione del Califfato islamico, diventando il braccio operativo dell’Isis nell’Africa centrale.

La tragedia ha riportato l’attenzione sulla questione del terrorismo in Africa, che continua a mietere vittime innocenti. È necessario agire con determinazione per contrastare queste organizzazioni terroristiche e proteggere la popolazione civile.

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