I giardini di fronte alla Procura di Bergamo sono stati intitolati a Enzo Tortora, vittima del più grande errore giudiziario italiano. La figlia Gaia ha sottolineato come questa non sia una provocazione, ma un modo per ricordare la figura del padre in modo positivo. Il sindaco Gori ha definito la targa un monito rivolto a chi svolge il lavoro delicato di amministrare la giustizia, mentre il procuratore Chiappani ha espresso la sua vicinanza al dolore di chi ha subito un’ingiustizia pesantissima. La proposta di intitolare i giardini a Tortora è stata avanzata dalle sezioni locali di Radicali e +Europa, che lo ricordano non solo come una vittima, ma anche come un grande leader politico e un eroe civile. Tortora fu liberato dopo 7 mesi di carcere, ma condannato a 10 anni nel 1985. La sua innocenza fu riconosciuta l’anno successivo dalla Corte d’appello di Napoli. La targa è un monito per i magistrati e per la stampa, che giocò un ruolo fondamentale nel dipingerlo come un mostro, credendo alle versioni dei pentiti. Bergamo ha un debito con Tortora e la sua famiglia, poiché passò gran parte dei mesi di carcerazione in via Gleno. La targa è un modo per ricordare che le persone sono innocenti fino a sentenza definitiva, come dice la Costituzione.

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