Grave ferimento in una violenta lite avvenuta domenica 18 giugno in via Pastore a Busto Arsizio. Le indagini della Procura della Repubblica e della Polizia di Stato hanno portato all’identificazione di due uomini e una donna, di cui uno già destinatario di provvedimenti di cattura in vari Stati europei. Il conflitto tra i protagonisti sarebbe avvenuto nell’ambiente dei furti.

La mattina del 18 giugno, un uomo è stato trovato accasciato in una piazzola di un distributore di benzina, privo di documenti e con profonde ferite da coltello alla schiena e alla testa. Contemporaneamente, sulle scale di un condominio della vicina via Pastore, vi erano numerose tracce di sangue. Gli agenti individuavano l’appartamento dal quale originavano le tracce e al suo interno trovavano i documenti del ferito, un cittadino del Cile.

Immediati accertamenti facevano emergere che solo il giorno prima il ferito era stato fermato dalla Polizia Stradale di Busto Arsizio – Olgiate Olona su un’auto con arnesi da scasso e un documento falso. I poliziotti erano poi risaliti al domicilio del fermato, quello appunto di via Pastore, trovando anche qui arnesi da scasso, denaro, refurtiva e i documenti di altri tre sudamericani, due uomini e una donna.

Le indagini hanno permesso di stabilire che questi ultimi tre si trovavano a Busto Arsizio immediatamente prima del ferimento e che verosimilmente i due uomini in particolare avevano avuto un violento litigio, all’interno dell’appartamento, con la vittima, fuggendo subito dopo. Uno dei due uomini, cileno anch’egli e a sua volta con una ferita da coltello, è stato arrestato perché destinatario di provvedimenti di cattura per reati predatori emessi dalle Autorità di diversi Stati europei, mentre l’altro uomo e la donna, peruviano lui e cilena lei, sono stati accompagnati al confine e prelevati dai poliziotti del Commissariato di Busto.

I due uomini sono comunque indagati per tentato omicidio, probabilmente scatenato dall’operazione che il giorno precedente aveva portato la Polizia di Stato a scoprire l’appartamento di via Pastore e a sequestrarvi il profitto e gli strumenti di un’attività predatoria. La Procura della Repubblica di largo Giardino sta coordinando le indagini per ricostruire i dettagli dell’evento, nonostante la reticenza e le contraddizioni di tutti i protagonisti.

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