Alessandro Maja condannato all’ergastolo per il duplice omicidio della moglie Stefania Pivetta e della figlia Giulia, nonché per il tentato omicidio del figlio Nicoló. Il pubblico ministero Martina Melita ha concluso la sua requisitoria affermando che Maja ha agito con crudeltà inaudita verso i propri famigliari solo per la paura di diventare povero.

La perizia chiesta dal tribunale ha confermato la capacità di intendere e volere di Maja, il quale aveva individuato nella moglie e nei figli la causa del suo problema finanziario. La parte civile, rappresentata dall’avvocato Stefano Bettinelli, ha richiesto circa 3 milioni di euro di risarcimento per i famigliari delle vittime e per Nicoló, unico sopravvissuto alla tragedia.

Durante la discussione della parte civile, l’avvocato difensore di Maja, Gino Colombo, ha contestato la perizia del dottor Marco Lagazzi, sostenendo che non esiste il disturbo dell’adattamento di cui parla nella sua relazione, codice alla mano. Colombo ha chiesto l’applicazione dell’articolo 89, ovvero il vizio parziale di mente, e l’esclusione dell’aggravante della crudeltà.

I fatti riguardano il duplice omicidio di Stefania Pivetta e della figlia Giulia avvenuto nella casa di Samarate nella notte del 4 maggio 2022. Alessandro Maja è stato trovato sporco di sangue nel giardino della sua casa, dove era presente anche il figlio Nicolò, colpito alla testa e poi trasportato subito in ospedale. La sentenza è prevista per il prossimo 21 luglio.

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