La Commissione Sanità della Regione Lombardia ha discusso oggi pomeriggio della peste suina africana e dell’influenza aviaria, due virus che potrebbero avere conseguenze economiche importanti per la regione. Per contenere la diffusione dei due virus, sono state messe in campo diverse misure, tra cui abbattimenti, ricerca e rimozione di carcasse di cinghiali, definizione di zone a rischio e zone cuscinetto e misure di sicurezza negli allevamenti intensivi. In Lombardia sono allevati circa 5 milioni di suini, il 80% dei quali si trova nelle Province di Cremona e Mantova. L’export lombardo potrebbe subire perdite fino a 60 milioni di euro al mese se la peste suina africana si diffondesse in tutta la pianura padana.

Per evitare la diffusione dei virus, sono state messe in campo diverse azioni, come la riduzione della libertà di movimento dei cinghiali attraverso il posizionamento di doppie recinzioni tra Lombardia e Piemonte. Regione Lombardia ha pubblicato un bando che prevede un fondo di 2 milioni e 200mila euro destinato ai Comuni nelle Zone di restrizione I e II, ai Comuni considerati a rischio e ai Comuni al confine con l’Emilia Romagna e il Piemonte per l’acquisto delle recinzioni. Inoltre, entro il prossimo mese saranno distribuite alle Provincie con la maggiore presenza di allevamenti di suini 105 nuove gabbie per la cattura e il contenimento dei cinghiali.

La seconda azione è la riduzione della presenza dei cinghiali. L’obiettivo per il 2023 è il 180% dei prelievi dell’anno precedente, cioè 1.139 esemplari. Tra luglio 2022 e giugno 2023 ne sono già stati abbattuti 1.062, cioè +173%. Fondamentali sono anche il recupero delle carcasse per bonificare le aree. Per intervenire in modo rapido ed efficace, regione Lombardia sta valutando con il Commissario straordinario per la peste suina africana, Vincenzo Caputo, l’uso degli uomini della Protezione Civile e dell’esercito. Infine, le misure di biosicurezza per mettere in sicurezza gli allevamenti intensivi di suini affinché possano proseguire la produzione anche in presenza di una diffusione del virus.

Per quanto riguarda l’influenza aviaria, nel 2022 sono stati controllati 970 allevamenti con quasi 20mila accertamenti diagnostici e sono stati ispezionati 853 allevamenti per verificare le misure di biosicurezza. Gli obiettivi di questi monitoraggi sono l’identificazione delle aree a rischio, l’adozione di misure di prevenzione, l’attivazione di azioni di sorveglianza attiva e passiva, la verifica degli standard di biosicurezza. Misure che hanno consentito, finora, di proteggere gli allevamenti e la produzione.

In caso di focolaio il piano di emergenza prevede l’abbattimento di tutti gli animali, il “vuoto sanitario” con bonifica dell’area e l’istituzione di zone di restrizione (protezione fino a 3 km dall’azienda infetta) e sorveglianza (fino a 10km). È importante che vengano messe in campo tutte le misure necessarie per evitare la diffusione di questi virus, in modo da tutelare il comparto zootecnico e l’economia lombarda.

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