L’Associazione Cia Agricoltori Lombardia continua a sollecitare un’intensificazione dei controlli e degli abbattimenti dei cinghiali, a causa della minaccia della Peste Suina Africana. In Lombardia, la situazione sta diventando sempre più preoccupante, soprattutto dopo che è stato riscontrato il secondo caso nella regione dell’Oltrepò Pavese. Una carcassa di cinghiale è stata trovata positiva al virus nella Valle Staffora, a Ponte Nizza. Il primo caso risale al 16 giugno, a Torre Bagnaria, creando già allarmismo tra gli agricoltori. Ats Pavia sta gestendo la situazione con serietà e ha istituito una zona rossa in tutto l’Oltrepò, valutando altre strategie per contrastare la minaccia.

La preoccupazione di Cia Agricoltori Lombardia si concentra sulla necessità di proteggere la produzione di derivati della carne suina, in particolare il salame di Varzi, un fiore all’occhiello della zona. L’avanzata della Peste Suina Africana potrebbe causare gravi danni all’industria alimentare lombarda, che rappresenta un ruolo di primaria importanza a livello mondiale. La Regione Lombardia aveva già adottato misure preventive per limitare la diffusione del virus, ma l’associazione chiede un’intervento più deciso.

“Non possiamo permetterci di perdere tempo – afferma il presidente di Cia Lombardia Paolo Maccazzola – perché se non agiamo tempestivamente, si prospetta una vera e propria catastrofe”. È importante agire subito per evitare che la situazione diventi fuori controllo e per proteggere la produzione di carne suina, una delle principali eccellenze della Lombardia.

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