Indagine aperta per il distacco del costone roccioso che ha colpito i condomini della “Cavetta” a Creva, quartiere di Luino lungo il fiume Tresa. La Procura della Repubblica di Varese ha avviato un’indagine sulla questione. Il Procuratore della Repubblica, Massimo Politi, ha confermato la notizia, senza però aggiungere ulteriori dettagli sull’esito delle indagini e sui risultati ottenuti finora.
Al momento non è ancora confermato se ci siano o meno iscritti nel registro delle notizie di reato.
Mesi fa, nel marzo scorso, è stata convocata una conferenza stampa nel quartiere colpito dalla frana, durante la quale l’avvocato Corrado Viazzo, insieme alla collega Valentina Commissio, aveva auspicato l’avvio delle indagini da parte della Procura, annunciando un esposto da inviare all’ultimo piano di piazza Cacciatori delle Alpi. “Almeno due dei miei clienti sono stati contattati dai carabinieri della compagnia di Luino, che hanno raccolto le loro informazioni testimoniali sulla vicenda”, ha confermato l’avvocato.
La notizia arriva subito dopo l’annuncio dell’amministrazione riguardo ai progressi compiuti per il ritorno dei circa cinquanta residenti ancora fuori casa, che potrebbero tornare nelle loro abitazioni a partire dalla primavera 2024. Si tratta di persone in affitto che hanno trovato sistemazioni alternative, ma anche di residenti che devono ancora terminare di pagare l’appartamento acquistato, famiglie con anziani, persone disabili e minori. Insomma, una comunità fragile, una quotidianità da ricostruire, una tranquillità da ripristinare, interrotta dai rumori infernali provenienti dalla montagna che hanno frantumato i vetri delle finestre e danneggiato le tapparelle.
Una situazione che ha spinto gli abitanti a lasciare i propri appartamenti nella palazzina C del condominio, seguita poi dall’intimazione del Comune di abbandonare anche la palazzina B, con la richiesta dei proprietari dei terreni di ripristinare la sicurezza dell’area.
I prossimi passi annunciati dall’amministrazione per il ritorno alla normalità includono l’indizione di un bando per l’appalto della seconda fase dei lavori, lo svuotamento del vallo (la grande scavo di protezione degli edifici che si è riempito di detriti a seguito delle ultime cadute di pietre), la costruzione di una rete di contenimento più robusta e la riqualificazione dell’area interessata dalla frana.