“Assolto per non aver commesso il fatto: la storia del presunto ladro di collane”

Quando l’anziana signora, appena uscita dal parrucchiere dopo essersi fatta fare lo shampoo e la piega, ha sentito quelle parole, un dubbio ha iniziato a tormentarla: pochi giorni prima era stata vittima di una rapina in cui le avevano rubato una preziosa collana. Ha colto l’occasione per recarsi dai carabinieri e denunciare l’accaduto, i quali le hanno mostrato cinque foto segnaletiche, tra cui c’era una persona che la donna conosceva. Questa persona, tra l’altro, era stata appena fermata insieme ad altre due con l’accusa di furto.

L’istinto ha preso il sopravvento: “Sì, lo riconosco. È lui che mi ha strappato la collanina”. Ma oggi, 27 giugno, quell’uomo di 32 anni con precedenti penali per droga, difeso dall’avvocato Federico Caldesio, è stato assolto “per non aver commesso il fatto”.

Le suggestioni, l’atmosfera nel piccolo paese, la conoscenza dei luoghi e soprattutto delle persone, la voglia di giustizia per l’ingiustizia subita: sono tutti gli ingredienti di una storia in cui accusa, difesa e giudici si sono uniti per valutare le responsabilità penali dell’imputato, che non sono emerse. La prima a chiedere l’assoluzione è stata la pm Giulia Grillo.

Poi l’avvocato difensore ha esplicitamente parlato di un riconoscimento fotografico del sospettato influenzato da suggestioni: “Le sono state mostrate immagini di una persona che conosceva, l’unica tra le 5 proposte, e che inoltre era palesemente diversa dall’identikit fornito dalla denunciante, che aveva parlato di un uomo biondo con occhi chiari: l’imputato di oggi ha capelli e occhi castani”.

La donna è stata rapinata il 10 settembre 2018. Dopo 5 giorni è uscita dal parrucchiere. Il giorno successivo ha presentato denuncia.

Una suggestione che ha rischiato di mandare in prigione un innocente: l’imputato, come già accennato, era stato fermato insieme ad altri due “complici” pochi giorni prima per reato di furto, ma anche in quel caso era stato assolto. L’assoluzione è stata pronunciata dal presidente del Collegio, il giudice Cesare Tacconi.

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