Guido Pruneri, noto come ‘Guidasc’, è stato uno dei protagonisti della Seconda Guerra Mondiale. Nato a Sondalo nel 1913, era un appassionato della montagna e, insieme al suo cugino Giacomo, compì un lungo viaggio dalla Valtellina all’Alto Adige, per un totale di 800 km tra andata e ritorno, come allenamento per il servizio militare.
Guidasc venne chiamato alle armi e fu assegnato come ufficiale di complemento nella divisione alpina ‘Pusteria’. Combatté in Albania e successivamente nella Francia sud orientale. Durante un trasferimento nel ’43, ebbe la fortuna di ritrovare casualmente il cugino Giacomo, diventato sottotenente medico, in un paesino in cui era di passaggio. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, i due riuscirono a evitare la prigionia, mentre molti altri alpini finirono internati in Germania.
Durante la ritirata attraverso le vallate e i passi delle Alpi occidentali, Guidasc riuscì a portare in salvo gli alpini del suo reparto grazie a una geniale intuizione. Quando si accorse che il percorso era sbarrato dalle truppe del Reich, dispose i soldati ai bordi della strada, sparando con i fucili spianati, mentre lui si rivolgeva in dialetto grosino a una ventina di tedeschi che presidiavano un posto di blocco.
I tedeschi, credendo di trovarsi di fronte a un gruppo di militari di nazionalità sconosciuta, scelsero di lasciarli passare senza sparare un solo colpo. Grazie a questa astuzia, Guidasc permise ai suoi uomini di mettersi in salvo.
Questo episodio di coraggio e intelligenza è stato tramandato ai posteri grazie al mensile ‘Il Graffito’ di Grosio, che ha gentilmente concesso la pubblicazione di questa storia.