La tragedia che ha coinvolto i fratelli Gianluca e Lorenzo Maffeis ha scosso profondamente la comunità di Mozzo. Dopo una lite scoppiata all’interno della loro abitazione, Gianluca è morto dopo quattro giorni in coma irreversibile, mentre Lorenzo è attualmente agli arresti domiciliari. L’autopsia sarà fondamentale per comprendere le cause della morte del fratello maggiore, e sarà eseguita dall’anatomopatologo Luca Tajana.
Secondo quanto ricostruito finora, i due fratelli erano usciti insieme in una discoteca a Seriate. Gianluca, che aveva problemi psicologici, aveva iniziato una lite con un altro cliente, ma Lorenzo era riuscito a convincerlo a tornare a casa. Durante il tragitto, però, Gianluca aveva continuato ad aggredire il fratello, colpendolo al volto e al termine della lite stringendogli il collo con le mani. In un tentativo di difesa, Lorenzo aveva reagito mettendo le mani al collo del fratello, ma purtroppo quest’ultimo ha subito un arresto cardiaco.
Gli avvocati che assistono Lorenzo hanno confermato questa versione, così come il ragazzo stesso durante gli interrogatori. I vicini di casa ricordano solo pochi momenti di quella notte, principalmente il suono delle sirene delle ambulanze. Gianluca era un giovane brillante, laureato all’Università di Bergamo e pronto ad intraprendere un tirocinio lavorativo. Lorenzo, invece, aveva da poco concluso gli esami universitari e doveva discutere la tesi a dicembre. Era un ragazzo dolce e gentile, che lavorava nei fine settimana per pagarsi le spese.
La comunità di Mozzo è rimasta sconvolta da questa tragedia. Il sindaco Gianluigi Ubiali e il parroco don Giulio Albani hanno visitato la casa della famiglia per offrire il loro sostegno e solidarietà. È un momento estremamente delicato per la famiglia, e si cercherà di stare loro vicino nel modo migliore possibile.
Questa vicenda drammatica ci ricorda quanto sia importante il sostegno e l’attenzione verso le persone che soffrono di disagi psicologici. È fondamentale che la società si impegni a fornire supporto e aiuto a chi ne ha bisogno, al fine di evitare tragedie come questa.