L’inchiesta sui presunti lavori pubblici ottenuti grazie a pubblici ufficiali corrotti con mazzette, regali e buoni benzina ha portato a una serie di richieste di patteggiamento fino a quattro anni di reclusione. L’imprenditore di Giussano, Francesco Tallarita, ha concordato con la Procura di Monza la pena più alta durante l’udienza preliminare al Tribunale di Monza.

Complessivamente, sono 14 gli imputati coinvolti nell’inchiesta, oltre a tre società facenti capo all’imprenditore, che sono imputate in qualità di soggetti giuridici. Le accuse contestate sono corruzione, turbativa d’asta, falso e reati fiscali, per un totale di 23 imputazioni.

Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Seregno hanno portato all’arresto domiciliare di quattro dipendenti pubblici della Provincia di Monza e della Brianza e dei Comuni di Biassono, Desio e Pessano con Bornago nel maggio 2022. Altri sette sono stati indagati a piede libero, tra cui la moglie di Tallarita, funzionari del Comune di Biassono e della Provincia di Monza e della Brianza, e un dipendente della società Brianzacque, responsabile dell’affidamento del servizio di manutenzione del verde.

Durante le indagini, il pm monzese Carlo Cinque ha aggiunto nuove imputazioni per Tallarita, tra cui l’accusa di istigazione alla corruzione. Secondo l’accusa, l’imprenditore avrebbe cercato di corrompere il responsabile del servizio gestione del verde del Comune di Monza, offrendo una confezione regalo contenente una bottiglia di vino e 1.000 euro in contanti. Tuttavia, il funzionario pubblico ha restituito immediatamente il denaro e l’imputato è stato accusato di istigazione alla corruzione.

Il processo riprenderà ad ottobre, quando verranno esaminati tutti gli elementi raccolti durante le indagini. L’inchiesta rappresenta un importante passo nella lotta alla corruzione e alla malavita nel settore dei lavori pubblici, e dimostra l’impegno delle autorità nella tutela dell’interesse pubblico.

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