Scontri e violenze in Francia: morto un manifestante, Macron rinuncia alla visita in Germania

Nella notte scorsa, in Francia, sono state fermate 1.300 persone, molte delle quali a Parigi e nei sobborghi. Durante gli scontri scoppiati in seguito all’uccisione del 17enne Nahel da parte di un agente di polizia, un manifestante di 20 anni è morto cadendo dal tetto di un supermercato. La situazione è così grave che la premier Elisabeth Borne ha annunciato che l’opzione di instaurare lo stato d’emergenza non è più esclusa.

In risposta ai disordini, il presidente Emmanuel Macron ha deciso di rinviare la sua visita di Stato in Germania. La presidenza tedesca ha comunicato ufficialmente la decisione, precisando che Macron ha parlato al telefono con il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier per informarlo della situazione nel suo Paese. Non è stata ancora stabilita una nuova data per la visita.

La tensione è così alta che persino l’Onu ha chiesto alla Francia di affrontare seriamente i problemi di razzismo e discriminazione sociale all’interno delle forze dell’ordine. Nel frattempo, migliaia di persone hanno partecipato al funerale di Nahel, il ragazzo ucciso.

Le autorità francesi stanno prendendo misure drastiche per cercare di contenere la situazione. Il sindaco di Saint-Etienne ha istituito un coprifuoco per i minori non accompagnati da un adulto, mentre il ministro dell’Interno Gerald Darmanin ha chiesto ai prefetti di fermare gli autobus e i tram in tutta la Francia a partire dalle 21. Inoltre, sono state vietate tutte le manifestazioni a Marsiglia e i trasporti pubblici si fermano alle 18.

Il governo ha annunciato anche il dispiegamento dei mezzi blindati della gendarmeria, con quattro veicoli Centaur e 14 veicoli blindati a ruote. La situazione è così grave che persino il presidente Macron ha deciso di rimanere in Francia nei prossimi giorni anziché partire per la sua visita in Germania.

La Francia si trova in una situazione di grande tensione, con disordini e violenze che si sono diffusi in tutto il Paese. Le autorità stanno cercando di contenere la situazione con misure drastiche, ma la situazione rimane molto critica. Bisogna affrontare seriamente i problemi di razzismo e discriminazione sociale all’interno delle forze dell’ordine, come richiesto anche dall’Onu. Solo attraverso un impegno concreto e un dialogo aperto si potranno trovare soluzioni a questa grave crisi.

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