“Gemonio: l’atrocità che ha sconvolto tutti”

Il paese di Gemonio è ancora sotto shock dopo l’orribile gesto che sabato sera ha portato alla morte di una donna di 41 anni, schiacciata contro un muro. È difficile accettare tutto ciò: non solo per la famiglia di Giuseppina Caliandro, che si rifugia in un rispettoso silenzio, ma anche per gli amici di sempre della ragazza originaria di Tradate, dove è cresciuta prima di trasferirsi a Gemonio negli ultimi anni per lavorare come barista.

Maria Cimolato, amica di sempre (e di infanzia) di Giusy, ha rotto il silenzio ricordandola con affetto, descrivendo una persona fatta di sogni e comportamenti che accomunano un’intera generazione: la voglia di divertirsi, stare insieme e condividere i momenti di amicizia che la vita può offrire. “Giusy, Peppino, Elfo, Nanetta, Pazza, Bubba… Ognuno di noi aveva un soprannome per chiamarla. Ricordo che quando ero ancora piccola mi chiamava Marietto, lavorava al primo bar di mio padre a Mozzate. Poi sono cresciuta e il nostro rapporto è rimasto, ha iniziato a lavorare con me e mio fratello Libero e ogni volta che c’era lei era festa. Aveva sempre un sorriso e un abbraccio per tutti”. Continua l’amica: “Dopo il lavoro uscivamo sempre insieme a bere qualcosa e una sera un signore mi stava importunando, lei non ci ha pensato due volte e mi ha difesa con tutte le sue forze. Nonostante fosse così piccola, mi arrivava alle costole, non ha mai avuto paura di niente e non ha mai avuto problemi a dire la verità in faccia o esprimere ciò che pensava. Ha vissuto qui a Tradate per tutta la sua vita e si è trasferita a Gemonio solo qualche anno fa”.

La domanda che tutti si pongono è come sia stato possibile un gesto così atroce, come abbiano potuto fare questo a lei. Siamo ancora increduli e vogliamo che sia fatta giustizia per la nostra amica. Non si può morire così. Era piena di vita, di voglia di ridere e scherzare!

Per quanto riguarda l’inchiesta penale, non sono disponibili particolari oggettivi a causa del riserbo imposto dalla Procura di Varese. Possiamo solo ipotizzare i passi che i carabinieri e la magistratura stanno compiendo o hanno compiuto nelle ultime ore: l’acquisizione di tutti i filmati dei sistemi di videosorveglianza pubblici e privati della zona, compresi i varchi elettronici sulle principali strade di Gemonio che leggono le targhe dei veicoli in transito, l’ascolto di eventuali testimoni oculari dell’accaduto sia nella fase precedente ai fatti, con l’auto scura che arriva a Gemonio con Giusy a bordo durante una lite col conducente, sia riguardo al momento in cui l’auto ha deliberatamente schiacciato la vittima contro il muro per poi fuggire a tutta velocità.

Anche riguardo alla fuga del conducente, si stanno probabilmente effettuando accertamenti sulla vettura che è entrata in contatto con l’auto investitrice: già la sera stessa un uomo alla guida della propria macchina ha dichiarato di aver subito danni alla fiancata dell’auto a causa di un uomo che guidava un’auto scura, di cui ha preso nota di parte della targa: era l’auto che aveva appena schiacciato Giusy Caliandro contro il muro del palazzo nel centro di Gemonio, al 12 di via Garibaldi.

La comunità di Gemonio è unita nel dolore e nella richiesta di giustizia per Giusy, una persona amata da tutti e che non meritava un destino così tragico. Ora tocca alle autorità fare luce su questa terribile vicenda e assicurare che i responsabili vengano puniti.

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