La gestione della presenza del lupo in aree abitate e le recenti predazioni di ungulati vicino al centro abitato sono argomenti che richiedono delle precisazioni da parte delle associazioni ambientaliste. È importante coordinarsi per affrontare queste problematiche che hanno implicazioni gestionali.

Un lupo che frequenta abitualmente un paese, entra tra le case o consuma cibo umano è un segnale di qualcosa di non naturale o auspicabile. Potrebbe farlo per carattere, opportunismo o perché qualcuno gli fornisce volontariamente o involontariamente cibo. Questo è un problema da gestire e viene definito lupo problematico o confidente. Esistono strumenti legislativi per intervenire, ma è importante considerare che ogni lupo può occasionalmente fare queste cose nella sua vita senza che ciò indichi un comportamento problematico, a meno che non sia ripetuto nel tempo.

Per quanto riguarda le predazioni di ungulati vicino alle case, questo fenomeno è in crescita in Italia ed è studiato in molti luoghi nel mondo. Si tratta di una coevoluzione che stiamo osservando. Il lupo, in generale, preferisce stare lontano dall’uomo, ma gli ungulati hanno capito che nelle zone vicine alle abitazioni sono più al sicuro e quindi scelgono di frequentarle, soprattutto durante l’inverno. Lo stesso vale per le zone di caccia, dove gli ungulati si sentono protetti e trovano cibo abbondante. Gli umani scelgono spesso luoghi più riparati e pianeggianti, con acqua, che vengono utilizzati anche dagli ungulati. Il lupo non frequenta questi luoghi in modo costante e gli ungulati si sentono protetti.

Ma il lupo impara dagli ungulati e si crea una sorta di corsa alla contromisura, che è normale nelle dinamiche preda-predatore. In natura, ogni animale si prende dei rischi calcolati in base ai costi e ai benefici. Quando un lupo predatore un ungulato, non è un problema, ma è ciò che speriamo, perché indica che le popolazioni di ungulati sono abbondanti e previene le predazioni su animali domestici.

L’idea che i lupi e gli uomini debbano vivere in luoghi separati è sbagliata, sia da chi vorrebbe i lupi solo in montagna, sia da chi ritiene che l’uomo abbia invaso l’habitat del lupo. Uomo e lupo condividono da sempre gran parte del loro territorio e la loro convivenza è sempre stata complicata.

Infine, è normale che un lupo venga avvistato o filmato vicino a una frazione isolata nel bosco o su una strada secondaria. La sua osservazione dipende dal numero di osservatori, dalle persone che frequentano il territorio o dalle fototrappole presenti. Se vengono posizionate fototrappole sulle strade, è normale filmare regolarmente lupi, non è qualcosa di strano. Segnalare continuamente sui media fenomeni normali come se fossero eccezionali rende difficile il lavoro di gestione della fauna e rischia di far passare inosservati i casi veramente anomali che richiedono una adeguata attenzione.

Per quanto riguarda i pericoli per le persone da parte del lupo, al momento possono essere considerati estremamente bassi. Certamente non nulli, dato che il lupo è sostanzialmente un cane e tutti sappiamo che gli incidenti con i cani possono accadere. Gli incidenti con il lupo nel passato si verificavano in contesti pastorali molto diversi da quelli attuali. Nella società moderna, gli incidenti con il lupo sono estremamente rari in tutto il mondo.

La presenza occasionale dei lupi intorno ai paesi non rappresenta un problema di sicurezza maggiore rispetto alla presenza di altri animali, come cani, cervi che possono causare incidenti stradali, cinghiali occasionalmente aggressivi o vacche che possono attaccare per difendere i vitelli. È opportuno tenere i cani domestici al guinzaglio e sotto controllo, poiché possono essere attaccati dai lupi sia come prede che come competitori. Ricordiamo che è un obbligo di legge tenere i cani al guinzaglio. È illegale tenere i cani legati alla catena di notte, devono essere ricoverati in un luogo adeguato e protetto.

In provincia di Sondrio, al momento si sta formando nuovi branchi di lupo che probabilmente satureranno il territorio nei prossimi 2-3 anni. È un periodo confuso, in cui i branchi in formazione si uniscono a lupi vaganti, soprattutto giovani, e è difficile studiarne i comportamenti. L’assenza di un branco stabile guidato da una coppia alfa esperta rende più probabile che i lupi scelgano fonti alimentari “più facili”. La situazione cambierà avvicinandosi a branchi strutturati, con un numero limitato e noto di lupi, territori stabili e abitudini più standard. Ogni interferenza con questo processo, come il bracconaggio, rallenta il progresso e allontana la stabilizzazione.

Chiediamo alle persone e agli enti locali di segnalare alle autorità provinciali e regionali comportamenti davvero anomali dei lupi, ma tenendo conto delle spiegazioni fornite sopra e non basandosi solo sulle emozioni.

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