La Villa San Martino ad Arcore, destinata a diventare un monumento all’epopea del Cavaliere Silvio Berlusconi, ha una storia oscura legata alla famiglia nobile dei Casati-Stampa. Il marchese Camillo Casati Stampa, l’ultimo proprietario della villa prima di Berlusconi, fu protagonista di un torbido delitto negli anni ’70, quando uccise sua moglie e l’amante di lei e si tolse la vita. La residenza romana della coppia, poco distante da via Veneto, fu il luogo in cui avvennero i tragici eventi.

Camillo Casati Stampa aveva sposato Anna Fallarino nel 1958, entrambi reduci da matrimoni falliti. La coppia era molto conosciuta e frequentava il jet set internazionale. Tuttavia, dietro le luci della ribalta, si celava una vita intima oscura. Camillo era un voyeur e si eccitava osservando e fotografando la moglie che aveva rapporti sessuali con partner occasionali, talvolta pagati. Questi dettagli morbosi venivano annotati dal marchese nel suo diario.

Anna sembrava giocare con questo gioco perverso, ma a un certo punto la situazione sfuggì di mano quando si innamorò di uno dei suoi amanti. Quest’uomo si chiamava Massimo Minorenti e iniziò una relazione segreta con Anna. Quando Camillo venne a conoscenza di questa relazione, ne rimase sconvolto e lo annotò nel suo diario come la più grande delusione della sua vita.

Tutto precipitò nell’estate del 1970. Camillo partì per una battuta di caccia con la famiglia Marzotto, lasciando Anna sola a Roma con Minorenti. Quando chiamò a casa, fu il giovane amante a rispondere al telefono, scatenando la scintilla del delitto. Camillo tornò precipitosamente a Roma e trovò la moglie e l’amante nella casa di via Puccini. Dopo aver congedato il personale di servizio, si chiuse in un salotto con loro. Poco dopo si udirono degli spari e la polizia fu chiamata.

Sul divano c’era il cadavere di Anna Fallarino, colpita al torace, e ai suoi piedi giaceva senza vita Massimo Minorenti. Camillo Casati Stampa si era tolto la vita puntandosi al mento la stessa arma con cui aveva ucciso gli altri due. Il delitto fece molto scalpore e i dettagli morbosi emersero durante le indagini.

Camillo e Anna furono sepolti insieme nel cimitero di Muggi, ma nacque una controversia sull’eredità del marchese Casati Stampa. Il testamento indicava Anna come destinataria del patrimonio, ma l’erede universale sarebbe stata la figlia minorenne avuta dal primo matrimonio di Camillo. La proprietà della Villa San Martino passò quindi alla figlia, diventata maggiorenne e trasferitasi in Brasile.

La vendita della villa fu affidata all’avvocato Cesare Previti, legale di famiglia. Silvio Berlusconi, rampante imprenditore nel campo immobiliare, si aggiudicò l’affare per 500 milioni di lire, metà dei quali in titoli azionari. Era il 1974 e Berlusconi era stato nominato Cavaliere del lavoro da un anno. Poco dopo avrebbe avviato l’avventura nel campo dell’emittenza televisiva con Telemilano. Da lì in poi sarebbe iniziata la sua carriera nel calcio, in politica e anche i processi e le cene eleganti. Ma Arcore sarebbe rimasta il centro della galassia berlusconiana.

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