Il podcast Anime Nere ‘Ndrangheta, familiari o droga additati dalla difesa. Ultimo episodio della serie con l’esperto di complottismi Leonardo Bianchi

C’è un momento della campagna a favore dell’innocenza riguardo la strage di Erba che è senza dubbio il più degradante mai raggiunto da coloro che credono che Rosa Bazzi e Olindo Romano, da 16 anni e contro ogni sentenza emessa in tre gradi di giudizio, siano innocenti. Questo momento si verifica quando Rosa Bazzi, intervistata dalle Iene, punta il dito contro Pietro Castagna, figlio, fratello e zio delle vittime della strage. “Dobbiamo sederci a un tavolo e vedere chi è il colpevole tra noi due”, ha il coraggio di dire Bazzi.

Ma questa è solo una delle – spesso fantasiose – piste alternative che la difesa dei coniugi Romano e gli sostenitori dell’innocenza hanno suggerito dal 2006 ad oggi. Le altre piste vengono spiegate e smontate una per una nell’ultimo episodio della seconda stagione di Anime Nere, dedicata al caso della strage di Erba.

Tra le possibili colpevoli c’è anche la ‘ndrangheta – presa in considerazione dopo una telefonata anonima, che non è stata affatto verificata. Poi c’è la pista della droga e del gruppo di spacciatori che si sarebbe vendicato di Azouz Marzouk, marito di Raffaella e padre del piccolo Youssef, uccidendo tutta la sua famiglia. Ma in tutti i casi citati (gli ultimi due vengono persino riproposti nella richiesta di revisione del processo avanzata dal sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser) sono ipotesi assurde e facilmente archiviabili, come viene raccontato nell’episodio.

Non solo: queste piste alternative, diffuse nel corso degli anni anche grazie ai media, possono essere facilmente considerate teorie del complotto a causa delle loro caratteristiche. A spiegarlo nel podcast è Leonardo Bianchi, giornalista ed esperto di complotti e complottismi, che ha dedicato il libro “Complotti!”, pubblicato da Minimum Fax, e una newsletter dallo stesso titolo. “Le teorie del complotto sono ipotesi riguardanti un gruppo di potere che cospira contro il bene comune. Possono riguardare anche casi di cronaca locale, come nel caso della strage di Erba, che diventano così pezzi di un complotto che, secondo i complottisti, coinvolge la società e offre spiegazioni per eventi su cui non abbiamo il controllo”. Nell’ultimo episodio di questa seconda stagione del podcast di cronaca nera, che si propone di raccontare non solo i casi giudiziari, ma anche le persone che li vivono, Leonardo Bianchi ci ha spiegato cosa possono dire di noi, di tutti noi, le teorie del complotto che spesso si sviluppano attorno a casi di cronaca nera, anche a livello locale. E perché continuano a diffondersi, anche a distanza di anni dagli eventi attorno ai quali ruotano, anche se feriscono i protagonisti di queste vicende.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Articolo precedenteLotta al traffico di droga a Como: arrestati due spacciatori
Articolo successivoAzioni dei Carabinieri contro le imprese di Cabiate: sospensioni e multe per la sicurezza dei lavoratori

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui