Il corpo di Orlando Gonzales Puma è stato ritrovato ieri nel lago di Endine, dopo quasi quattro giorni dalla sua scomparsa. Il recupero è avvenuto poco prima che i Vigili del fuoco e i sommozzatori iniziassero una nuova ricerca, questa volta con l’aiuto di un robot dotato di sonar. Un passante sulla riva ha dato l’allarme, avvisando le squadre di recupero. I sommozzatori e i pompieri hanno raggiunto il corpo di Orlando, portandolo sulla riva dove è stato riconosciuto dalla sua ex moglie Fabiola Macias, accompagnata dai figli e da alcuni amici.

La donna è ancora sconvolta per quanto accaduto e ha descritto Orlando come “una brava persona”. Si erano visti per l’ultima volta venerdì, discutendo di lavoro e dei figli. La scomparsa di Orlando è avvenuta quando si è tuffato per aiutare la figlia 17enne della sua compagna, che stava nuotando e si era trovata in difficoltà. Nonostante il salvagente fosse a bordo, Orlando è sprofondato senza riemergere.

La compagna e le persone presenti sostengono che il salvagente fosse sprovvisto di corda, motivo per cui Orlando è dovuto tornare a nuoto per recuperare la ragazza. Il privato a cui avevano noleggiato il pedalò ha chiarito che l’obbligo è rispetto a un solo salvagente senza corda. Si trattava di un’imbarcazione da passeggio, non adatta per fare il bagno.

Le squadre di ricerca avevano pianificato di utilizzare un robot a controllo remoto dotato di sonar per le operazioni, ma il corpo di Orlando è riemerso prima che potessero utilizzarlo. Attualmente, il corpo si trova alla camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni, in attesa della decisione del magistrato per i funerali. Si dovrà valutare se sarà necessaria un’autopsia.

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