Si è aperto oggi il processo per stalking e violazione di domicilio nei confronti di un’intera famiglia residente in via Cadolini a Cremona. L’accusa riguarda molestie e minacce perpetrate nei confronti di Renato, sua moglie Veneranda e la loro figlia, che avevano affittato un alloggio adiacente all’abitazione della famiglia accusata. La donna avrebbe iniziato a comportarsi in maniera persecutoria nei confronti della famiglia dall’anno scorso, compiendo anche insulti. Il processo entrerà nel vivo il prossimo 12 gennaio, quando verranno ascoltati i tre membri della famiglia come parti civili, rappresentati dall’avvocato Paolo Carletti. L’imputata, invece, è assistita dall’avvocato Luca Curatti. Complessivamente, sono state inserite nella lista testimoni 37 persone: 10 del pubblico ministero, 10 della parte civile e 17 della difesa.
Secondo quanto emerso, l’anziana avrebbe rivolto frasi offensive nei confronti dei vicini, originari di Bari ma residenti a Cremona da 22 anni, come “meridionali di m…” e “meglio affittare ai cinesi”. Inoltre, avrebbe insultato la vicina accusandola di avere i pidocchi, spruzzandole del detersivo sul corpo e sul viso e dicendole “ti disinfetto io”. L’imputata si sarebbe anche introdotta più volte nell’abitazione delle vittime, lamentandosi delle condizioni dell’alloggio e sostenendo che sarebbe stato meglio affittarlo a dei romeni o regalarlo. Avrebbe anche consigliato alla famiglia di andarsene al sud per poter capire meglio i loro simili e si sarebbe rivolta al capofamiglia chiamandolo “dittatore come Putin”.
In un’occasione, l’anziana avrebbe suonato ripetutamente al campanello e, non ricevendo risposta, avrebbe provocato rumori sulle inferriate lamentandosi del fatto che non si potesse stendere i panni sul balcone. Nel mese di aprile dello scorso anno, avrebbe appeso dei cartelli con regole e divieti sulla gestione della casa in affitto sul portoncino o sul balcone. Come pena, sarebbe stata costretta a cambiare casa.
Inoltre, l’imputata è accusata di aver spinto Veneranda facendola cadere a terra e tirandole i capelli il primo luglio del 2022, provocandole lesioni guaribili in sei giorni.
L’avvocato Curatti ha commentato il caso, definendolo una vicenda estremamente spiacevole che è stata ingigantita in modo ingiustificato da interventi mediatici. Ha sottolineato che il processo si svolge in tribunale e che l’obiettivo è fare chiarezza sulla dinamica dei fatti. Ha inoltre affermato di aver consigliato alla signora di allontanarsi dal palazzo e di evitare ogni contatto, per garantirle un ambiente sereno.
Il caso ha suscitato un’eco nazionale e l’avvocato ha criticato l’attenzione mediatica ricevuta, ritenendo che sia stata esagerata e disdicevole portare una banale lite da ballatoio agli onori delle cronache come un episodio di razzismo.