Un incredibile caso di un duplice omicidio finito in prescrizione per un solo giorno. La storia ha come protagonista V.D., un albanese di 53 anni condannato in primo grado a sedici anni per l’omicidio dei cugini Flamur e Astrit Kolaveri, di 26 e 27 anni, anche loro albanesi, uccisi a colpi di pistola il lontano 10 ottobre 1998.

Questa storia si è protratta per oltre vent’anni. Quel giorno, fuori dal bar Smile di Osio Sotto, lungo la ex Statale 525, sembra che ci sia stato un regolamento di conti, forse legato a un giro di sfruttamento della prostituzione. Per questo omicidio (e un secondo perpetrato sui colli della Maresana, a Ranica, per un altro duplice delitto di una prostituta e del suo protettore) è stato condannato all’ergastolo Almir Aruni, detto Miri, il cui alias è Peter Dedja. L’albanese di 45 anni sta scontando la pena in Albania.

I contrasti tra i cugini e l’assassino erano iniziati settimane prima. Astrit, una delle due vittime, era stato picchiato da due connazionali a bordo di una Bmw nera, la stessa ritrovata fuori dal bar Smile dove si trovavano Miri, V.D. e un altro uomo albanese durante la sera dell’omicidio. La moglie di Flamur aveva segnalato la macchina a Flamur, che si era precipitato sul posto. La stessa donna aveva affermato di aver già notato quella macchina in precedenza.

Sull’automobile, gli inquirenti avevano trovato dei documenti intestati proprio a V.D. Lui si era sempre dichiarato estraneo all’omicidio, ma nel 2007 era diventato un latitante con un mandato di cattura internazionale. Diversi anni dopo, i Carabinieri del Nucleo Investigativo hanno inviato alle autorità albanesi delle impronte digitali e un cognome, “Taci”. Il 3 luglio 2019, la polizia albanese ha arrestato Taci Sokol (alias V.D.) a Elbasan, poco distante da Tirana. Dopo quattro mesi per l’estradizione, è stato rilasciato il 4 settembre 2020 a causa della decorrenza dei termini. Questa data era stata calcolata per il 19 gennaio 2021.

Si salta avanti nel tempo, fino al 25 marzo 2022: V.D. ha partecipato all’udienza preliminare, il sostituto procuratore ha chiesto una condanna a vent’anni, ma gliene sono stati dati sedici per rito abbreviato. Ed è qui che entra in gioco il cavillo giudiziario che ha fatto cadere l’intera vicenda in prescrizione: il reato di cui era accusato (duplice omicidio) prevede, infatti, una pena massima che per un solo giorno, secondo la legge vigente all’epoca dei fatti, consentiva la prescrizione in ventidue anni e mezzo.

Quel giorno di “sconto” l’imputato lo ha ottenuto grazie alle attenuanti generiche: era incensurato, aveva sempre partecipato alle udienze e aveva rispettato l’obbligo di dimora (poi sospeso) a Bergamo. Per questo motivo, il reato è caduto in prescrizione nell’aprile del 2021 e l’uomo è stato quindi prosciolto in Appello. Ora V.D. è libero di tornare dalla moglie e dai figli in Albania.

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