La ricerca ossessiva dei like sui social media sta raggiungendo livelli sempre più preoccupanti. Dopo il tragico incidente a Roma, in cui un bambino di soli 5 anni ha perso la vita a causa dell’incoscienza di chi cercava di ottenere popolarità online, un episodio simile è avvenuto anche nella Brianza. Fortunatamente, però, questa volta non si sono verificate conseguenze drammatiche.
Nei giorni scorsi, durante la notte, i carabinieri della Stazione di Giussano sono stati chiamati per un presunto furto di una Fiat 500 nera appartenente a una donna di 38 anni residente in Brianza, che era assente da casa da qualche giorno. Tuttavia, poco dopo è arrivata una chiamata da parte del padre della donna, il quale ha comunicato di aver ritrovato l’auto danneggiata nei pressi del cimitero di Giussano, con i fianchi completamente graffiati e le chiavi inserite.
I militari si sono recati immediatamente sul posto, dove oltre al padre era presente anche il nipote, un ragazzo di 16 anni, figlio della donna. Già durante i primi accertamenti, i carabinieri hanno notato delle incongruenze nella ricostruzione della vicenda, in particolare riguardo al ruolo del ragazzo.
Sospettando che l’ipotesi iniziale di furto dell’auto potesse nascondere qualcosa di diverso, i carabinieri hanno approfondito l’indagine, sentendo prima il giovane e successivamente altri testimoni. È emerso che la situazione era completamente diversa da quanto si pensava: il ragazzo aveva preso l’auto dopo aver trovato le chiavi lasciate a casa dalla madre. I carabinieri hanno scoperto che da due giorni il ragazzo girava in macchina con altri tre coetanei per registrare dei video da condividere sui social media. Tutto era iniziato durante una serata trascorsa insieme a casa con gli amici, quando, trovate le chiavi dell’auto, avevano deciso di fare delle manovre nel cortile del condominio. Poi, però, avevano deciso di alzare il livello della competizione e avevano cominciato a girare per strada, filmandosi a vicenda mentre guidavano per le vie di Giussano e dei comuni limitrofi di Mariano Comense, Briosco e Verano Brianza. Lo scopo di tutto ciò era registrare una storia da condividere sulla pagina social chiamata “maresciallo_ciprendi” e ottenere il maggior numero di like possibile.
Durante queste due notti, la Fiat 500 ha riportato numerosi danni evidenti, dalle fiancate completamente graffiate al danneggiamento dei paraurti e dei fanali, senza dimenticare le due auto parcheggiate e il cancello che sono stati colpiti. Tra le testimonianze più significative c’è anche quella della nonna del ragazzo, che qualche giorno prima aveva parlato con lui dei gravi incidenti accaduti a Roma, in cui giovani alla guida di un SUV cercavano disperatamente like sui social media. Proprio con il nipote, aveva sottolineato la gravità e l’assurdità di tali comportamenti.
Al termine degli accertamenti, sono state elevate sanzioni per un importo totale di 16.000 euro, relative alla guida senza patente e alla negligenza nell’affidare l’auto, che è stata sottoposta a sequestro amministrativo.
Questo episodio è solo l’ennesimo esempio di come la ricerca ossessiva di like sui social media possa portare a comportamenti pericolosi e irresponsabili. È importante che genitori ed educatori sensibilizzino i giovani sulle conseguenze di tali azioni e promuovano un uso consapevole e responsabile dei social media. La popolarità online non deve mai essere messa al di sopra della sicurezza e della vita stessa.