La Peste Suina Africana sta creando preoccupazione in Lombardia, soprattutto nella zona di Pavia, dove si è verificati i primi due casi. Maurilio Giorgi, direttore del Dipartimento Veterinario e Sicurezza Alimenti di Origine Animale di Ats Val Padana, spiega che l’allarme riguarda tutti, soprattutto perché la zona è ad altissima intensità suinicola. In questa regione ci sono oltre 2 milioni di suini e il 98% di essi viene macellato qui. Quindi, il danno economico che potrebbe essere causato da questa malattia è molto grande.

Fortunatamente, finora la situazione è sotto controllo. Sono stati trovati solo cinque cinghiali morti nel territorio e tutti sono risultati negativi alla Peste Suina Africana. Nonostante ciò, c’è comunque un’allerta sanitaria in corso. Si stanno organizzando incontri con gli allevatori per informarli dei rischi e delle ultime novità riguardanti il virus. È molto importante mantenere lontano il virus dagli allevamenti perché le conseguenze sarebbero devastanti. Il virus non colpisce gli esseri umani, ma causa una morte elevata tra i suini e può diffondersi attraverso l’ambiente e le carni, portando a ulteriori infezioni. Per questo motivo, molti Paesi mettono al bando i prodotti provenienti da aree infette.

Le autorità sanitarie stanno prendendo diverse misure per prevenire il rischio. Una di queste è verificare che negli allevamenti vengano rispettate le misure di biosicurezza stabilite dai decreti ministeriali. Dal 26 luglio, le inottemperanze a queste prescrizioni verranno sanzionate. Se dovessimo finire in una zona di restrizione I o II, occorrerebbero misure di biosicurezza ancora più rigide, come la creazione di aree di allevamento circondate da barriere che i cinghiali non possono attraversare.

È importante agire prontamente e in modo efficace per contenere la diffusione della Peste Suina Africana e proteggere l’industria suinicola della Lombardia. Le autorità sanitarie stanno facendo tutto il possibile per prevenire il contagio negli allevamenti e garantire la sicurezza delle carni prodotte. È fondamentale che gli allevatori rispettino le misure di biosicurezza e collaborino attivamente con le autorità per prevenire ulteriori casi. Solo così sarà possibile limitare il danno economico e proteggere la salute degli animali e delle persone.

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