Se a pochi giorni dalla morte di un angelo di 5 anni, un gruppo di minorenni “ruba” l’auto della madre per fare dei video (tra l’altro da pubblicare su pagine che oltraggiano le Forze dell’ordine), allora la situazione è molto più grave di quello che sembra. Queste sono alcune delle parole contenute in una nota diffusa alla stampa dal commissario Agcom Massimiliano Capitanio dopo la vicenda che ha coinvolto quattro minorenni brianzoli che nei giorni scorsi si sono messi alla guida dell’auto della madre di uno dei quattro, cercando di restarci per due giorni, per catturare like sui social.

La macchina, come detto, era stata presa dal 16enne dopo aver trovato le chiavi lasciate a casa dalla madre che era via da alcuni giorni. I militari, dopo aver ricostruito la vicenda, hanno elevato sanzioni per un importo complessivo di 16.000 euro.

La vicenda, che fortunatamente non ha avuto esiti drammatici, riporta però alla mente il grave episodio avvenuto solo pochi giorni fa a Casal Palocco dove in una follia simile, a seguito di un incidente, ha perso la vita un bambino di 5 anni.

“L’ignoranza digitale di molti ragazzi si sta trasformando in una pericolosa patologia, in una drammatica dipendenza (né più né meno di alcol, droghe e gioco d’azzardo) che, in nome di un pugno di like e di presunti facili guadagni, spinge i nostri giovani a commettere ogni tipo di infrazione e di reato, con una normalità che non può più essere trascurata” – ha affermato il concorezzese Capitanio.

“Le norme per rimuovere contenuti pericolosi e d’odio dalla rete ci sono ma non bastano. Bisogna lavorare per un vero e proprio “daspo” digitale e serve la massima collaborazione delle piattaforme che non possono e non devono fare business con questa piaga sociale”.

“Chi usa i social in questo modo deve essere messo in pausa per almeno un anno. E i colossi del web, che se non vogliono la responsabilità editoriale devono assumersi almeno quella morale, non possono più tollerare spazi che rischiano di essere conniventi con questi reati.

La notizia di quanto avvenuto in Brianza, a pochi giorni dalla morte del piccolo Manuel, è spaventosa.

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