Assoluzione per il marocchino accusato di tentato omicidio: incapace di intendere e volere

Il tribunale di Varese ha emesso oggi un verdetto sorprendente nel caso del 31enne marocchino accusato di tentato omicidio nei confronti di due agenti della Polizia di frontiera di Luino. L’uomo è stato assolto a causa della sua totale incapacità di intendere e volere.

La vicenda risale al 19 agosto 2021, quando l’uomo, irregolare sul territorio italiano, è stato fermato per un normale controllo lungo la strada provinciale 61 a Lavena Ponte Tresa. I poliziotti luinesi gli hanno chiesto i documenti, ma l’uomo ha reagito con violenza, impugnando un coltello e cercando di colpire uno degli agenti. L’altro agente è stato costretto a sparare, colpendo il 31enne all’addome.

Il destino processuale della vicenda era già emerso ad inizio maggio, quando una perizia ha certificato la totale mancanza di mente dell’uomo al momento dei fatti e la sua incapacità di comprendere il processo. Questa perizia ha portato all’assoluzione dell’imputato, che è stato ritenuto totalmente incapace di intendere e volere.

Dopo un periodo di detenzione a Belluno, l’uomo è stato trasferito in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), dove è presente una struttura psichiatrica in grado di gestire al meglio la sua situazione. L’uomo vi resterà per i prossimi due anni, durante i quali le sue condizioni saranno valutate periodicamente dal Tribunale di sorveglianza.

Questa vicenda ha evidenziato la pericolosità sociale dell’uomo e l’importanza di valutare attentamente le condizioni mentali degli imputati. Nonostante la gravità del suo gesto, l’uomo è stato ritenuto incapace di comprendere la natura dei suoi atti e quindi non può essere ritenuto responsabile penalmente.

La decisione del tribunale di Varese solleva diverse questioni sul sistema giudiziario italiano e sulla gestione dei casi che coinvolgono persone con problemi mentali. È fondamentale garantire la sicurezza dei cittadini, ma allo stesso tempo è necessario assicurarsi che le persone con problemi di salute mentale ricevano la cura e l’assistenza adeguata.

In questo caso, l’assoluzione dell’imputato è stata determinata dalla sua totale incapacità di intendere e volere. Resta da vedere come verranno gestiti i prossimi due anni nella struttura psichiatrica, e se l’uomo riceverà la necessaria assistenza per affrontare i suoi problemi mentali.

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