Un nuovo studio condotto dal Dott. Paolo Ghiringhelli, Direttore di Struttura Complessa e Primario dell’Unità Operativa Complessa di Medicina 2 dell’Ospedale di Busto Arsizio, è stato pubblicato sulla rivista medico-scientifica Hospital and Clinical Management.

Lo studio si concentra su un paziente ultrasettantenne che nel corso degli anni è stato sottoposto a diversi interventi chirurgici, tra cui una meniscectomia artroscopica al ginocchio sinistro, una resezione trans-ureterale della prostata per ipertrofia prostatica benigna e una decompressione del tunnel carpale sinistro.

Nel 2022, il paziente, che in passato aveva già subito una resezione trans-ureterale della vescica per una neoplasia uroteliale, viene ricoverato per febbre presso l’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna diretta dal Dott. Paolo Ghiringhelli.

Dopo l’intervento chirurgico, il paziente viene sottoposto a sei mesi consecutivi di instillazioni endovescicali ambulatoriali con il Bacillo di Calmette-Guérin (BCG), l’ultima delle quali viene eseguita nell’agosto del 2022.

Tuttavia, un mese prima dell’ultima somministrazione, il paziente inizia a manifestare febbricola serotina, astenia e sudorazioni notturne. Dopo il ricovero presso il reparto di Medicina Interna e numerosi accertamenti, viene diagnosticata una BCGite.

L’infezione da BCG a esordio precoce, come in questo caso, si manifesta con sintomi sistemici come febbre, tosse, sudorazione, prostrazione e perdita di peso.

Nel caso del paziente seguito presso l’Ospedale di Busto Arsizio, i sintomi legati all’infezione localizzata, associata alla BCG intravescicale, possono essere simili a quelli di un’infezione batterica del tratto urinario non correlata alla BCG. Pertanto, è importante mantenere il sospetto clinico nei pazienti che presentano sintomi di infezione delle vie urinarie in un contesto appropriato.

È stato quindi stabilito un protocollo terapeutico semestrale con un antimicotico, senza l’uso di pirazinamide, che ha permesso un progressivo miglioramento e recupero fisico nel paziente, oltre alla scomparsa della febbre che i cicli ripetuti di antibiotici non erano riusciti a risolvere.

“Il caso trattato evidenzia l’importanza di una diagnosi tempestiva per prevenire il peggioramento delle condizioni fisiche e ridurre gli sprechi nel settore sanitario”, sottolinea il Dott. Paolo Ghiringhelli. “A tale scopo, è fondamentale raccogliere un’anamnesi dettagliata, soprattutto nei casi in cui la patogenesi è più difficile da identificare. È anche importante evitare l’uso indiscriminato di antibiotici, soprattutto quando i test ematici e delle urine sono negativi, poiché ciò può causare lo sviluppo di resistenze batteriche”.

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