Massimo Riella, 49 anni, si è trovato oggi in tribunale a Como per raccontare la sua verità riguardo all’accusa di rapina di cui è imputato. L’uomo è stato al centro delle cronache nazionali per la sua evasione dal carcere del Bassone durante una visita al cimitero di Brenzio, in Altolago.
Nel corso del processo, Riella ha avuto l’opportunità di parlare davanti al collegio presieduto da Valeria Costi, senza che gli fossero tolte le manette, a causa dei suoi comportamenti precedenti. Nonostante le prove che lo incastrano, come il suo DNA sul coltello utilizzato per minacciare le vittime, l’imputato ha nuovamente respinto le accuse di aver commesso la rapina.
Difeso dall’avvocato Roberta Minotti, Riella ha ripercorso gli eventi che si sono susseguiti dal giorno della rapina fino al suo arresto e successiva evasione. Il processo proseguirà con l’audizione di altri testimoni a favore della difesa.
Secondo Riella, la sua fuga dal carcere è stata motivata dal fatto di non poter sopportare di essere imprigionato per un crimine che non ha commesso. L’imputato sostiene di essere innocente e di essere stato vittima di un errore giudiziario.
Ora spetterà al tribunale valutare le prove presentate dalle due parti e decidere sulla colpevolezza o innocenza di Massimo Riella. Nel frattempo, l’imputato dovrà affrontare il processo con coraggio e fiducia nella giustizia. Resta da vedere quale sarà l’esito di questa vicenda che ha tenuto l’opinione pubblica con il fiato sospeso.