La versione dei fatti nel processo di Davide Fontana, accusato dell’omicidio di Carol Maltesi, è stata riportata nelle motivazioni della sentenza emessa dalla Corte di Busto Arsizio. Secondo quanto riportato dal presidente Giuseppe Fazio, Fontana avrebbe ucciso Carol in modo brutale e avrebbe cercato di distruggere il cadavere per eliminare le prove. La condanna di Fontana è stata di trent’anni di carcere, anziché l’ergastolo richiesto dalla Procura.

Nel documento delle motivazioni della sentenza si legge che Fontana si era reso conto che Carol lo stava lasciando e che lo aveva utilizzato. L’idea di perdere il contatto con la donna che lui amava profondamente e che gli aveva permesso di uscire dalla solitudine in cui si trovava, era diventata insopportabile per lui.

Fontana avrebbe ucciso Carol perché non sopportava l’idea di tornare alla sua vita monotona e solitaria di prima, che aveva avuto una svolta proprio grazie a lei. I due avevano collaborato per alcuni contenuti online e avevano avuto una breve relazione che si era interrotta, ma continuavano a frequentarsi. Tuttavia, quando Carol aveva annunciato la sua intenzione di trasferirsi a Verona per stare vicino a suo figlio, Fontana aveva perso la testa.

Il giudice ha affermato che Fontana si era reso conto che Carol lo aveva utilizzato per i suoi interessi personali e professionali, scatenando così l’omicidio. Il movente dell’omicidio non è stato considerato abietto o futile, né è stato considerato un omicidio premeditato. Potrebbe essere stato il risultato di una decisione maturata lentamente, ma è stato un gesto voluto da Fontana, anche se non premeditato.

La famiglia di Carol ha criticato la sentenza, affermando di aspettarsi l’ergastolo per l’assassino. I legali di Fontana valuteranno se ricorrere in Appello contro la sentenza. Resta da vedere quale sarà la reazione della famiglia di Carol dopo la pubblicazione del documento.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui