L’incidente che ha coinvolto Nour Amdouni e Mohanad Moubarak è stato un evento tragico che ha scosso la città di Milano. Il giovane di ventuno anni, dopo quasi un anno di detenzione, è stato posto agli arresti domiciliari con un braccialetto elettronico in una struttura terapeutica per il contrasto alle tossicodipendenze.
Nel processo, Nour è stato condannato a otto anni di reclusione, dopo che una precedente richiesta di patteggiamento a cinque anni era stata respinta da un altro giudice. Quest’ultimo aveva ritenuto la pena troppo bassa e incongrua rispetto alla gravità del fatto.
Tuttavia, il giudice Massimo Baraldo, che ha emesso la sentenza, ha accolto la richiesta dei legali del giovane di sostituire la misura cautelare. Il gup ha preso in considerazione lo stato di tossicodipendenza di Nour, ma ha stabilito che il controllo con il braccialetto elettronico è necessario a causa dell’inaffidabilità del giovane.
Secondo l’indagine condotta dalla Polizia locale e dal pm Rosario Ferracane, quella sera Nour aveva assunto cannabinoidi e stava guidando nonostante non avesse la patente. Inoltre, aveva una gamba ingessata. Dopo quattro ore dall’incidente, si era costituito alle autorità e nei giorni successivi era stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti.
L’episodio ha suscitato grande indignazione e dolore nella comunità milanese. La morte di Mohanad, un bambino di undici anni che stava andando in bicicletta vicino al ristorante di suo padre, è stata una tragedia che ha segnato profondamente tutti coloro che ne sono venuti a conoscenza.
È importante che giustizia venga fatta, ma è altrettanto fondamentale che si lavori per prevenire simili incidenti in futuro. È necessario un maggiore controllo sulle strade e una maggiore sensibilizzazione sui pericoli dell’uso di sostanze stupefacenti mentre si guida.
La decisione di mettere Nour agli arresti domiciliari in una struttura terapeutica è un passo nella giusta direzione, poiché offre la possibilità di un percorso di recupero e di reintegrazione nella società. Tuttavia, è fondamentale che il controllo sia effettivo e che vengano prese tutte le precauzioni necessarie per garantire la sicurezza di tutti.
La morte di Mohanad rimarrà una ferita aperta nella memoria di tutti coloro che lo hanno conosciuto. È importante che la sua storia non venga dimenticata e che serva come monito per evitare simili tragedie in futuro. La sicurezza stradale e la lotta contro le tossicodipendenze devono essere al centro dell’attenzione di tutti noi. Solo così potremo sperare in un futuro migliore, in cui tragedie come questa non accadano più.