Ieri sera, durante il telegiornale, ho sentito una frase che mi ha fatto riflettere: “la ragazza è risultata non negativa ai test per droga”. In realtà, sarebbe stato sufficiente dire in modo più semplice “positiva”.

L’utilizzo della figura retorica della litote, ovvero la doppia negazione, spesso è utile per aggiungere enfasi o ironia. Tuttavia, negli ultimi tempi è diventata una parte importante del politically correct, poiché permette di esprimere un giudizio o un’idea in modo attenuato attraverso la negazione del suo contrario.

Ma spesso questa figura retorica complica inutilmente il linguaggio. Inoltre, quando viene utilizzata in modo superfluo, diventa forzata e dannosa. Le parole, infatti, esprimono idee, pensieri e convinzioni. La comunicazione non è mai neutra e innocua.

Queste forzature del linguaggio, che sembrano voler evitare di offendere o di essere troppo diretti, finiscono per rendere la comunicazione meno chiara e comprensibile. È importante trovare un equilibrio tra il rispetto delle persone e la chiarezza del messaggio.

In conclusione, è bene riflettere sull’utilizzo delle figure retoriche come la litote e valutare se effettivamente apportano un valore aggiunto alla comunicazione o se, al contrario, la complicano inutilmente. Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di esprimere le nostre idee in modo chiaro e comprensibile, senza cadere in forzature linguistiche che possono danneggiare la comunicazione stessa.

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