La depressione post partum è un problema serio che affligge molte donne in Italia ogni anno. I casi più gravi possono portare addirittura all’uccisione del proprio figlio, come è successo recentemente a Voghera. È importante capire cosa si cela dietro a questo buco nero nel quale alcune neo mamme vengono risucchiate.

Abbiamo intervistato la dottoressa Sara Lindaver, psicologa e psicoterapeuta, per capire meglio questa condizione. La dottoressa ci spiega che la depressione post partum di solito inizia durante la gravidanza o entro le prime quattro settimane dopo il parto. La donna inizia a provare un calo dell’umore, si sente spesso triste e perde interesse per le attività quotidiane, come prendersi cura del proprio bambino. Può anche provare stanchezza e mancanza di energie, con un aumento del bisogno di sonno o, al contrario, difficoltà a dormire. Alcune donne possono perdere l’appetito o avere un forte desiderio di cibo. Questi sintomi possono portare a un senso di colpa per non essere in grado di prendersi adeguatamente cura del proprio figlio.

La dottoressa Lindaver ci spiega anche che esiste una forma più grave di depressione post partum chiamata psicosi puerperale. In questo caso, i sintomi sono più evidenti e includono la perdita del contatto con la realtà, allucinazioni e deliri che possono portare a comportamenti violenti verso il proprio figlio. A volte, la psicosi può portare a situazioni di suicidio e/o infanticidio.

Fortunatamente, esistono cure per la depressione post partum. La psicoterapia è fondamentale e, nei casi più gravi, può essere necessario l’uso di farmaci. I tempi di risoluzione della depressione possono variare, ma di solito si risolvono entro un anno dal parto. Tuttavia, nelle forme più gravi e senza supporto adeguato, la depressione può durare più a lungo.

È importante che le donne che soffrono di depressione post partum chiedano aiuto. Spesso, per il senso di colpa e la sensazione di sopraffazione, è difficile che la donna riesca a chiedere aiuto spontaneamente. La sensazione di isolamento e la mancanza di una rete sociale di supporto possono peggiorare i sintomi.

Esistono anche forme meno gravi di depressione post partum, come il baby o maternity blues, che si risolvono entro due settimane circa.

La società gioca un ruolo importante nel contrastare la depressione post partum. È importante creare reti di supporto per le neo mamme, in modo che non si sentano sole nel compito impegnativo di prendersi cura di un neonato. Anche le strutture sanitarie possono contribuire a prevenire la depressione post partum, formando gli operatori sanitari che si occupano delle donne incinte per riconoscere precocemente i segnali di malessere. I servizi di cura e assistenza ai neonati possono anche svolgere un ruolo importante nel post partum, aiutando a prendersi cura di tutto il sistema familiare e non solo del bambino appena nato.

È fondamentale che la società si impegni a sostenere le donne che soffrono di depressione post partum, offrendo loro il supporto e le cure necessarie per superare questa difficile condizione. Solo così potremo prevenire tragedie come l’uccisione di un bambino da parte della propria madre.

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