La decisione della Corte d’assise d’appello di Milano ha ribaltato il procedimento giudiziario riguardante il caso dell’omicidio di Bruno Lazzerotti. L’imputato, Nicola Alfano, è stato condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione per omicidio colposo anziché per omicidio volontario, come era stato stabilito inizialmente. Questa sentenza ha causato dolore e ha riaperto vecchie ferite per i familiari della vittima, che erano felici che la giustizia avesse fatto il suo corso con la condanna a 15 anni di Alfano. La vicenda riguarda la morte di Lazzerotti nel giugno 2019 a Vellezzo Bellini, nel Pavese. Per quasi tre anni, si è ritenuto che Alfano avesse annegato l’anziano in un’auto in una roggia, simulando un incidente per paura di perdere il lascito milionario di Lazzerotti. Tuttavia, il sostituto procuratore generale Cuno Tarfusser ha rimesso in discussione il caso, ritenendo che il decesso fosse solo da imputare a un incidente o alla colpa di Alfano. La sua tesi è stata accolta dalla Corte d’assise d’appello di Milano, che ha deciso di condannare Alfano per omicidio colposo. Gli avvocati della vittima sostengono che questa sentenza sia un’ingiustizia e che Alfano rimanga colpevole.