Smantellato un sistema criminale di sfruttamento del lavoro in nero

Un sistema criminale dove a essere sfruttati erano i lavoratori, per lo più stranieri, pagati in nero, senza contratto e senza alcun dispositivo per la sicurezza. Gli “aguzzini” sfruttavano la povertà e lo stato di bisogno di queste persone che, pur di guadagnare qualcosa, erano disposti ad accettare queste condizioni.

Impegnati nelle indagini e nell’operazione che ha visto la sospensione dell’attività di un’azienda bergamasca, con sedi a Cantù (Como) e Truccazzano (Milano) e che realizza mobilio per aeroporti, gli uomini della squadra mobile della questura di Como. Dopo i dovuti approfondimenti investigativi in merito al reato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”, meglio conosciuto come “caporalato” l’attività della ditta è stata sospesa. Oltre all’amministratore unico della società sono risultati essere coinvolti anche i responsabili di produzione delle sedi operative e un uomo, di origine egiziana, che reclutava la manodopera.

Lo scorso 14 luglio, i poliziotti della Squadra Mobile hanno proceduto, su delega della Procura della Repubblica di Como, alla perquisizione delle sedi operative dell’azienda riscontrando la presenza di 11 stranieri clandestini, in stato di indigenza, impiegati “in nero”, 8 dei quali alloggiati in un appartamento riconducibile all’azienda e poco distante dalla sede di Cantù, oltre ad altri sei uomini, italiani e stranieri con permesso di soggiorno, impiegati senza regolare contratto di lavoro.

Lo straniero specializzato nel reclutamento della manovalanza da sfruttare è stato rintracciato ieri 14 luglio in partenza dall’aeroporto di Milano-Malpensa. Stava cercando di tornare nel suo paese d’origine. È stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria d’intesa con la Procura di Busto Arsizio e gli sono stati sequestrati circa 10.000 euro in contanti.

Questa dinamica criminale dinamica, secondo quanto ricostruito, proseguiva da anni con una rotazione del personale clandestino impiegato con le più disparate mansioni lavorative di tipo manuale, senza fornirgli alcun dispositivo di protezione e senza avviarli a frequentare i corsi per l’utilizzo di macchinari pericolosi.

È stato inoltre verificato che, per eseguire lavori presso alcuni scali aeroportuali, dove era richiesta l’esibizione del contratto di lavoro, i dipendenti venivano assunti per il periodo necessario allo svolgimento salvo poi essere licenziati e reimpiegati “in nero”.

Le ispezioni, eseguite dal N.I.L. dell’Arma dei carabinieri e dagli ispettori del Llavoro di Como, hanno poi permesso di contestare numerose mancanze da parte dei titolari dell’azienda, tanto riguardo i lavoratori assunti regolarmente quanto, ovviamente, per quelli privi di contratto.

Le sanzioni amministrative elevate si aggirano intorno ad alcune centinaia di migliaia di euro.

L’attività imprenditoriale è stata sospesa ai sensi della normativa sulla sicurezza sul lavoro ed i responsabili dell’azienda sono stati denunciati.

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