Una vacanza da sogno trasformata in un incubo: il terribile incidente occorso a una signora residente a Lavena Ponte Tresa, durante il suo viaggio in Madagascar, ha lasciato un segno indelebile. La donna ha deciso di condividere la sua esperienza mediante una lettera inviata alla redazione di Luinonotizie.it, con l’obiettivo di mettere in guardia i lettori sui rischi che si possono correre in paesi dove l’assistenza sanitaria è carente e alcune agenzie di viaggio non sono preparate ad affrontare emergenze.

La protagonista della vicenda racconta di come, il 12 luglio scorso, mentre si stava dirigendo verso l’aeroporto di Nosy Be per il rientro in Italia, sia stata coinvolta in un grave incidente insieme ad altri turisti. Il pulmino che avrebbe dovuto portarli in aeroporto presentava evidenti problemi: faticava a salire anche lievi salite e il rumore del motore era preoccupante. Improvvisamente, si è diffuso un forte odore di bruciato e l’autista ha perso la possibilità di ingranare le marce e frenare. I freni si erano guastati.

Il veicolo si trovava in discesa e l’unico modo per l’autista di evitare un disastro è stato sterzare a destra e poi a sinistra, nella speranza di arrestare la corsa del pulmino. Purtroppo, l’impatto contro il muro di contenimento è stato devastante. La signora, insieme alla sua amica e ad altri passeggeri, ha riportato diverse contusioni, mentre altri hanno subito traumi più gravi. Un signore è stato addirittura portato via in ambulanza all’arrivo a Malpensa, a causa di lancinanti dolori alla schiena.

In quel momento, la protagonista ha temuto per la sua vita, vivendo una sensazione che non augura a nessuno. È grazie alla prontezza di riflessi dell’autista se è sopravvissuta. Tuttavia, nel pulmino che è arrivato per recuperarli dopo l’incidente, non c’era nessuno dello staff a bordo. Non sono stati forniti né acqua né un kit di primo soccorso. Lo staff li attendeva all’aeroporto, dove sono stati medicati e successivamente imbarcati in classe Premium.

A questo punto, la donna si chiede come sia possibile che una struttura così rinomata non faccia una corretta manutenzione dei propri pulmini, che sembrano usciti da uno sfascia carrozze. Secondo lei, l’incolumità degli ospiti dovrebbe essere prioritaria rispetto alle bellezze del Madagascar e alle comodità del resort. In conclusione, la signora afferma che le ferite fisiche guariranno col tempo, ma il trauma psicologico rimarrà a lungo.

Quello che la infastidisce di più è che né l’agenzia di viaggio né il direttore del resort si sono preoccupati di contattarli per sapere come stavano. Questo comportamento ha lasciato un’amara delusione e ha contribuito ad alimentare la rabbia della protagonista.

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