La battaglia dell’avvocato Pietro Garbarino riguarda le discariche mascherate che sono presenti nella provincia. In passato, molte ex cave di sabbia e ghiaia venivano trasformate in discariche, ma ora che la Regione ha dichiarato guerra alle discariche per seguire l’economia circolare, ci si chiede cosa succede ai quasi 10 milioni di tonnellate di inerti, terre e rocce da scavo prodotti ogni anno. L’idea era che questi materiali venissero riutilizzati come basamento per infrastrutture, ma sta emergendo una nuova tendenza: riempire le ex cave per creare terreni agricoli o spazi per attività produttive o parchi fotovoltaici. Questa pratica è gestita dai comuni in modo più semplice e veloce rispetto all’iter burocratico della Provincia o della Regione.

Secondo l’avvocato Garbarino, questa pratica è scorretta e le chiama “discariche mascherate”. Le operazioni di recupero ambientale vengono autorizzate dai comuni, senza passare attraverso controlli e verifiche approfondite. Ad esempio, nel parco delle Cave a Brescia, dove avrebbe dovuto essere creata una discarica di amianto, è stata invece riempita da una società del gruppo Faustini, la Recupera srl, che ha pagato per fare le opere anziché essere pagata. Non sono state fatte verifiche sul materiale utilizzato per il riempimento.

Garbarino sta difendendo Legambiente Lombardia nella sua opposizione al riempimento della cava Bornadina a Cazzago San Martino. La Green Ever del gruppo Lucchini ha chiesto di riempire il bacino con 3 milioni di metri cubi di terre e rocce da scavo per un ripristino ad uso agricolo, ma ha richiesto di portare inerti con concentrazioni di inquinanti più alte rispetto a quelle consentite per il verde pubblico. Il Comune ha autorizzato la richiesta, ma il nuovo sindaco ha chiesto che il territorio del suo comune sia inserito in aree non idonee a smaltire rifiuti. Legambiente ha impugnato il permesso di costruire al Tar, che le ha dato ragione. La questione sarà discussa il 21 settembre al Consiglio di Stato.

Un altro caso riguarda l’ex cava Bettoni, nota come Bosco Stella, a Castegnato. Qui è prevista la creazione di un parco fotovoltaico, ma Garbarino e un altro avvocato stanno preparando osservazioni alla variante del Piano di Governo del Territorio. Anche qui è stata richiesta l’applicazione di concentrazioni di inquinanti più alte per gli inerti utilizzati. Secondo Garbarino, la competenza su queste operazioni di recupero ambientale spetta anche alla Provincia, che non può esimersi dal prendere parte alla decisione.

In conclusione, l’avvocato Garbarino sostiene che lo smaltimento di inerti in colonna B (con concentrazioni di inquinanti più alte) sia un business, in quanto questi materiali non hanno mercato a causa della loro alta concentrazione di contaminanti. Garbarino ritiene che questi materiali debbano essere trattati per diventare and of waste, altrimenti dovrebbero essere considerati rifiuti.

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