Tragedia a Lecco: giovane richiedente asilo annega nel lago
Un giovane di nome Aboubakar, appena 18 anni, proveniente dal Gambia, è arrivato venerdì a Lampedusa e martedì è giunto a Lecco in cerca di un futuro migliore. Purtroppo, ieri è annegato nelle acque del nostro lago, a pochi metri dalla statua di San Nicolò.
Questo è il terribile destino di un giovane richiedente asilo che ha sopravvissuto alla traversata del Sahara e al pericoloso viaggio attraverso il Mediterraneo. Dopo alcuni giorni trascorsi nei centri di accoglienza di Lampedusa, è stato trasferito in Lombardia e successivamente assegnato alla provincia di Lecco. È arrivato nella nostra città insieme ad altri quattro connazionali della stessa età, con i quali ha compiuto tutto il viaggio dal Gambia a Lecco.
Hanno ricevuto ospitalità presso la Casa della Carità di via San Nicolò, che da qualche settimana svolge la funzione di primo punto di arrivo nel nostro territorio in attesa che la Prefettura individui posti liberi in uno dei Centri di accoglienza straordinaria presenti sul territorio. Per Aboubakar doveva essere un nuovo inizio, una nuova possibilità per fuggire dalla povertà e dai disordini che caratterizzano il suo paese.
Nel pomeriggio di ieri, insieme agli altri quattro compagni gambiani, ha deciso di fare una passeggiata lungo il lungolago, fermandosi sulla spiaggetta naturale che si crea alla Malpensata, a pochi metri dalla statua del santo patrono. In quel momento, intorno alle 15.30, su quella porzione di riva dove la balneazione non è autorizzata né regolamentata, erano presenti molte persone, tra cui una comitiva di turisti stranieri e dei ragazzi lecchesi con l’ombrellone.
Aboubakar, l’unico dei giovani richiedenti asilo che sapeva nuotare, si è avventurato nel lago allontanandosi di qualche decina di metri dalla riva. Gli amici hanno cercato di dissuaderlo, poiché non sapevano nuotare, ma lui li ha seguiti fino a dove toccava. Poi, improvvisamente, senza che nessuno vedesse esattamente cosa fosse successo, è scomparso nelle acque del lago. Gli amici hanno chiesto aiuto a persone presenti sulla spiaggia, che hanno immediatamente chiamato il 112. I Vigili del Fuoco sono intervenuti con una pilotina, mentre a terra poliziotti e sanitari cercavano di ricostruire l’accaduto. È stato necessario l’intervento della Questura per invitare i presenti ad allontanarsi.
Dopo circa un’ora, l’elicottero dei Vigili del Fuoco ha individuato il corpo di Aboubakar a una profondità di quindici metri, per poi essere recuperato dai sommozzatori. La Prefettura e i responsabili del centro si sono impegnati a contattare la famiglia del giovane nel villaggio d’origine.
È una tragedia che ci fa riflettere sull’importanza di garantire la sicurezza e l’assistenza adeguata ai migranti che cercano una nuova vita nel nostro paese. Il caso di Aboubakar ci ricorda quanto sia fondamentale garantire una corretta informazione sulle norme di sicurezza e sulle regole del luogo in cui si vive, soprattutto per coloro che provengono da realtà diverse. Speriamo che questa tragedia porti a una maggiore attenzione e impegno per evitare simili incidenti in futuro.