La storia di Giuseppe Caleprico, un pensionato di 57 anni residente a Laveno Mombello, è iniziata nel marzo 2021, quando ha iniziato ad avvertire dolore alle mani e difficoltà nel muovere le dita. In seguito, ha anche riscontrato difficoltà nel camminare e ha iniziato a sottoporsi ad accertamenti medici. Purtroppo, a dicembre dello stesso anno, è arrivata la terribile notizia: a Giuseppe è stata diagnosticata la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA).

La moglie di Giuseppe, Gilda, racconta che la notizia è stata devastante, ma che non si sono mai arresi. Da allora, la vita di Giuseppe è stata un percorso difficile, tra visite mediche, ospedali e assistenza domiciliare. La SLA è una malattia neurodegenerativa rara che causa spasmi muscolari, debolezza agli arti e difficoltà nel parlare e nel respirare.

Giuseppe e Gilda cercano di affrontare ogni giorno con un sorriso, nonostante le difficoltà. Tuttavia, si aspettavano un maggiore sostegno da parte della Regione e dell’ATS Insubria, che finora non hanno offerto alcun aiuto.

Dopo aver effettuato vari accertamenti, la coppia ha contattato il centro specializzato “C. Besta” di Milano, dove è stata confermata la diagnosi di Giuseppe. Hanno scoperto che la malattia è causata da una mutazione genetica ereditata dalla madre di Giuseppe. Le condizioni di Giuseppe sono peggiorate rapidamente, fino a quando è stato costretto a utilizzare un deambulatore.

A febbraio 2022, Giuseppe ha avuto una crisi respiratoria e è stato ricoverato in ospedale. Dopo otto giorni, è stato trasferito alla Maugeri, dove gli è stata fornita una macchina per la ventilazione meccanica per aiutarlo a respirare.

Gilda si è organizzata per garantire l’assistenza adeguata a Giuseppe una volta tornato a casa. Hanno eliminato le barriere architettoniche e hanno ottenuto un letto elettrico e un sollevatore dall’ospedale. Tuttavia, hanno riscontrato problemi con la macchina per la ventilazione meccanica e hanno dovuto affrontare la burocrazia per risolverli.

L’unico supporto che hanno ricevuto è stato dall’AISLA Varese, che ha offerto aiuto e sostegno per risolvere i problemi. Tuttavia, la coppia si è scontrata con la burocrazia e il silenzio dell’ATS.

Giuseppe ha fatto richiesta di una pensione anticipata all’INPS, ma finora non ha ricevuto risposta. Nonostante le difficoltà, la coppia continua a lottare e spera di vedere una luce in fondo al tunnel.

La storia di Giuseppe e Gilda è solo una delle tante che si scontrano con la burocrazia e la mancanza di supporto nel sistema sanitario. È importante che le istituzioni e le autorità competenti prendano provvedimenti per garantire un’adeguata assistenza e sostegno a coloro che ne hanno bisogno, soprattutto in casi di malattie rare come la SLA.

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