La difficile situazione degli operai edili a Brescia

La storia di Hamid Guirane, un operaio edile di 31 anni, è purtroppo emblematica di una situazione sempre più grave che coinvolge molti lavoratori del settore. Nonostante uno stipendio che potrebbe permettergli di affittare una casa, da mesi Hamid non riesce a trovare una sistemazione e si trova costretto a dormire in macchina. Ogni giorno, alle 6 del mattino, si reca a Desenzano per lavorare e poi passa il resto della giornata a girare tra agenzie immobiliari, senza mai ricevere una risposta positiva.

In passato, grazie all’assessorato ai Servizi sociali del Comune di Brescia, Hamid ha potuto soggiornare in un dormitorio, ma le difficoltà nel riposare e gli orari incompatibili con il lavoro lo hanno spinto a scegliere la strada come alternativa. Quando piove, cerca riparo sotto un ponte, ma durante le giornate calde la situazione è ancora più difficile. I dormitori, infatti, sono pensati per ospiti diversi e non offrono le condizioni adatte per sostenere i turni di lavoro degli operai.

La situazione di Hamid non è un caso isolato: sempre più lavoratori, come Mohammed Nimi e Youssef Hatif, si trovano nella stessa situazione. Nonostante abbiano un lavoro stabile, non riescono a trovare una casa in affitto nel mercato privato e i requisiti richiesti dalle case Aler non sono compatibili con il loro reddito. È una vera e propria emergenza abitativa, che Umberto Gobbi, dell’Associazione Diritti per tutti, definisce sempre più grave.

Il mercato privato, infatti, preferisce gli affitti per scopi turistici anziché quelli a lungo termine, rendendo ancora più difficile trovare una casa. Inoltre, per affittare un appartamento vengono richiesti almeno due contratti a tempo indeterminato e la presenza di minori o la nazionalità non italiana scoraggiano i proprietari. Anche l’Agenzia per la Casa del Comune ha solo pochi appartamenti disponibili per un grande numero di persone che cercano una sistemazione.

Brescia non può essere accogliente solo per i turisti, sottolinea Gobbi. Non si può accettare una città che offre lavoro ma costringe i lavoratori a dormire per strada, privandoli di una vita dignitosa e del riposo necessario. È necessario trovare soluzioni concrete per affrontare questa emergenza abitativa, garantendo a tutti i lavoratori un’adeguata sistemazione e un livello di vita dignitoso.

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