Domenica 13 agosto, in Italia si dirà addio alle cabine telefoniche. Queste cabine, amiche di una vita per molti, testimonianze silenziose e bizzarre per le generazioni più recenti, verranno dismesse in diversi punti del paese, come annunciato da un avviso comparso a Busto Arsizio. Rimarranno solo i telefoni nei luoghi pubblici di rilevanza sociale.

La data scelta per questa dismissione è particolare perché l’invenzione delle cabine telefoniche viene fatta risalire proprio al 13 agosto 1889, quando William Gray le brevettò. Inizialmente, le cabine erano una specie di cassettiera che funzionava con le monete.

Come spesso accade, l’invenzione di queste cabine telefoniche nacque da un problema. Il signor Gray si sentì male e aveva bisogno di chiamare un medico, ma i telefoni erano rarissimi. Da questa necessità di avere un apparecchio a disposizione di tutti, nacque l’idea delle cabine telefoniche.

Ma quanti ancora utilizzano i telefoni pubblici? Pochissimi. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha stabilito che non servono più e Tim ha ottenuto il via libera per rimuovere le circa 18.000 cabine ancora attive.

Negli anni, queste cabine hanno subito diverse trasformazioni. Dalle monete ai gettoni, fino alle schede telefoniche. Oggi, probabilmente, molti nemmeno si accorgeranno della loro sparizione. Alcuni, però, potrebbero ricordare con un pizzico di malinconia l’ultima chiamata fatta da una cabina telefonica.

Le cabine telefoniche rappresentavano non solo il telefono dell’emergenza, ma anche un luogo di riservatezza. Erano celebri nei film polizieschi per le segnalazioni “sicure” o per le chiamate discrete degli adolescenti al loro amore lontano, quando ancora i cellulari non esistevano.

Ora, con la diffusione inarrestabile dei cellulari, le cabine telefoniche sono diventate obsolete. È arrivato il momento di dire addio a questi simboli del passato.

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